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Allagamenti in Campania: l’incubo del maltempo e l’incuria del territorio

L’ondata di maltempo in Campania ha causato allagamenti devastanti, aggravati dall’incuria e dalla mancata manutenzione delle aree

Nelle ultime settimane, l’ondata di maltempo che ha colpito la Campania ha riportato in primo piano un problema ormai ricorrente: gli allagamenti devastanti che coinvolgono sempre più i centri urbani, invasi da fiumi di acqua e fango provenienti dalle aree pedemontane. Zone che, fino a qualche decennio fa, erano ben curate e mantenute, ma oggi pagano il prezzo dell’incuria e della mancata manutenzione sopratutto quella programmata.

Canali trascurati

La trascuratezza nella gestione dei canali di scolo e dei sistemi di drenaggio, unita alla mancata riforestazione delle aree colpite dagli incendi estivi, ha aggravato una situazione già critica. Il risultato è un territorio vulnerabile, dove ogni pioggia intensa si trasforma in un’emergenza, con danni devastanti sia per le persone che per l’ambiente.

Una “spada di Damocle” sulle comunità

Molte comunità campane vivono ormai con la “spada di Damocle” di catastrofi annunciate: alluvioni e frane che, pur essendo prevedibili, non vengono prevenute. Il cambiamento climatico, con piogge sempre più violente e frequenti, rende il fenomeno ancora più difficile da gestire, senza che ci siano argini sufficienti a proteggere i territori e le persone.

Interventi risolutivi e decisi

La situazione richiede un intervento deciso e coordinato, non solo a livello regionale ma su scala nazionale. È necessario implementare un piano di mitigazione che metta in sicurezza il territorio, partendo da una conoscenza approfondita delle sue caratteristiche geologiche e geotecniche. Questo deve avvenire attraverso indagini specialistiche, capaci di ricostruire modelli precisi e affidabili dei fenomeni franosi.

Il rapporto ISPRA

Secondo il rapporto ISPRA del 2018, il 16,6% del territorio nazionale era classificato come ad alto rischio per frane e alluvioni, un’area equivalente a circa 50.000 km². Oltre il 4% degli edifici italiani (più di 550.000) si trova in zone a elevato rischio frane, mentre più del 9% (oltre 1 milione di edifici) è a rischio alluvione. Dati allarmanti, che probabilmente necessitano di un aggiornamento al rialzo, e che indicano un’urgenza crescente di affrontare il problema con una strategia efficace e a lungo termine.

Il tempo delle promesse non mantenute è finito: ora è il momento di agire per prevenire il disastro annunciato.

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