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Spaccature nella maggioranza a Scafati: consiglio comunale sospeso per assenze

Cinque consiglieri disertano il consiglio a Scafati, evidenziando disaccordi sulla gestione amministrativa e richiedendo maggiore condivisione sulle decisioni politiche importanti

Spaccature nella maggioranza a Scafati: consiglio comunale sospeso per assenze

Scafati. L’ultimo consiglio comunale palesa un clima di spaccatura all’interno della maggioranza del sindaco Pasquale Aliberti. L’assenza di cinque consiglieri durante tutta la seduta d’assise ha minato il regolare svolgimento degli ordini del giorno, provocando il rinvio del Documento Unico di Programmazione anche per mancanza di discussione all’interno della commissione Bilancio. L’esperienza amministrativa del sindaco Aliberti rischia di vivere una grande crisi politica se non verranno rispettati impegni politici ma soprattutto modalità comuni di gestione della macchina amministrativa, dei suoi organi e del programma elettorale che ha riscosso grande successo circa un anno e mezza fa. Questo il nodo centrale dei malumori dei due gruppi consiliari che hanno deciso di assentarsi all’ultima seduta di consiglio comunale lo scorso martedì, decisi a far sentire le proprie necessità politiche. Il primo gruppo, quello formato da Gennaro Avagnano e Assunta Susy Barone, negli scorsi mesi aveva già inviato qualche segnale in tal senso, palesato più che mai nelle ultime ore.

Avagnano: scelta opportuna

“Feci presente in una delle passate riunioni di maggioranza, riunioni delle quali poi purtroppo non ve ne è stata più traccia, anche se richiesta, che fino a quando non ci sarebbe stata piena condivisione e maggiore partecipazione sulle decisioni importanti non avrei assicurato il mio voto” ha spiegato il consigliere Avagnano, che sul tema DUP specifica “non avendo avuto modo di discuterne e di poter apportare un mio seppur modesto contributo o anche averne conoscenza prima della redazione in giunta con relativa approvazione, mi sono sentito libero di prendere qualsiasi decisione ritenessi opportuna”. Più generale invece l’intervento della collega di gruppo consiliare Barone, che riprende anche alcuni temi rimasti inevasi durante l’attuale esperienza di governo “Un esempio su tutti: è passato un anno dalla proposta su cui abbiamo lavorato per istituire un garante per i disabili, ma nulla è stato fatto. Anche riguardo al Pip della mia zona, so poco o nulla delle riunioni che si tengono in cabina di regia; per non parlare della rotonda a Cappella, di cui si sono perse le tracce” dichiarando quindi “Sono rammaricata e spero che questa mia amarezza possa portare a nuove opportunità di collaborazione”.

Paolo Attianese e company

Ricerca di maggiore considerazione politica arriva anche dal gruppo composto da Paolo Attianese, Maria Berritto e Luigi Cavallaro. L’assenza di quest’ultimo lo scorso martedì ha provocato sicuramente scalpore tra gli addetti ai lavori, visto il suo ruolo strategico di presidente della commissione Bilancio. “Ritenevo non ultimati i lavori sul DUP e pertanto non condivisibile una votazione dello stesso senza che fossero prima ultimati i lavori in Commissione Bilancio. Avevo riferito di ciò nella serata precedente allo stesso Sindaco e lui come riferito in Consiglio ha ritenuto opportuno ritirare l’argomento” ha spiegato Cavallaro “La mia assenza non è contro la maggioranza, ma è dettata da un segnale di rispetto per il lavoro delle Commissioni. La mia Commissione è sempre pronta a portare a compimento i lavori da presentare in consiglio comunale. Se mi si dà un compito lo rispetto appieno”. Più critici invece Paolo Attianese e Maria Berritto, che rispetto alla loro assenza spiegano “E’ stato un messaggio affinché si ritorni prima possibile a parlare di portare avanti il nostro programma elettorale, dando risposte concrete alle necessità di tutta la comunità scafatese. Siamo persone che lavorano sul territorio, e non vogliamo sentirci emarginati”. Il sindaco Pasquale Aliberti dovrà quindi cercare di spegnere il prima possibile il fuoco delle polemiche, per evitare una prima forte crisi della sua terza esperienza amministrativa.

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Alfonso Romano
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