Ergastolo per Alessandro Impagnatiello: giustizia per Giulia Tramontano nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Nella giornata simbolo dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, arriva la condanna tanto attesa per il caso che ha scosso l’Italia. La presidente della Corte d’Assise di Milano, Antonella Bertoja, ha letto il verdetto che ha inflitto l’ergastolo ad Alessandro Impagnatiello per l’omicidio pluriaggravato della compagna Giulia Tramontano, avvenuto il 27 maggio dello scorso anno.
I giudici hanno accolto quasi completamente le richieste della pubblica accusa, non riconoscendo alcuna attenuante e confermando le aggravanti di premeditazione, crudeltà e del rapporto di convivenza. L’unica aggravante esclusa è stata quella dei futili motivi.
La tragedia di Giulia e del piccolo Thiago
Giulia Tramontano, 29 anni, originaria di Sant’Antimo, era incinta di sette mesi del piccolo Thiago quando venne uccisa con 37 coltellate dal compagno nel loro appartamento di Senago. Dalle indagini è emerso che Impagnatiello aveva pianificato il delitto da tempo, arrivando a somministrare alla giovane del veleno per topi durante la gravidanza.
Le altre condanne e i risarcimenti
La Corte ha inoltre riconosciuto il concorso formale tra l’omicidio e altri due reati: l’occultamento di cadavere e l’interruzione di gravidanza non consensuale. Per questi crimini, oltre all’ergastolo, sono stati inflitti ulteriori 7 anni di reclusione.
Impagnatiello, impassibile durante la lettura della sentenza, è stato condannato anche a risarcire con provvisionali di 200mila euro ciascuno i genitori di Giulia, e di 150mila euro ciascuno il fratello e la sorella della vittima. La madre della giovane si è lasciata andare a un pianto liberatorio al termine della lettura del verdetto.
Una sentenza simbolica
Questa condanna arriva in un giorno significativo, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sottolineando l’importanza di non abbassare la guardia su un fenomeno drammatico e purtroppo ancora troppo diffuso. La memoria di Giulia Tramontano e del piccolo Thiago diventa simbolo di una battaglia che deve proseguire con forza e determinazione.