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Scafati, crisi politica: Aliberti ritira le dimissioni, c’è il nodo giunta

Le dimissioni ritirate di Aliberti non risolvono la crisi politica a Scafati; il sindaco ricostruisce la maggioranza, escludendo dissidenti.

Scafati, crisi politica: Aliberti ritira le dimissioni, c’è il nodo giunta

Le dimissioni ritirate del sindaco Pasquale Aliberti non risolvono il nodo giunta, che sarà nominata nelle prossime ore. La crisi politica che ha scosso il comune di Scafati nelle ultime ore potrebbe avere degli effetti sulla costituzione dell’esecutivo, nel frattempo il primo cittadino prova a fare la conta della sua maggioranza, escludendo però alcuni dissidenti come il consigliere comunale Gennaro Avagnano.

Dopo il terremoto, le scosse di assestamento

Dopo il terremoto, le scosse di assestamento che stanno investendo palazzo Mayer daranno alla comunità scafatese una nuova maggioranza formata pressoché dagli stessi nomi di inizio mandato, tranne per qualche eccezione. Bisogna ricordare che i cinque consiglieri che hanno acceso una decina di giorni fa i dubbi tra i fedelissimi non hanno mai ufficialmente dichiarato di sentirsi fuori dall’amministrazione Aliberti, nonostante le forti critiche rivolte.

Il tentativo di ricomposizione

Ricevuti nell’ultima settimana i pareri negativi delle minoranze a qualsiasi ipotesi di governo condiviso, le loro figure si sono così rilanciate, soprattutto dopo il ritiro delle dimissioni di Aliberti. Il sindaco punta infatti a ricostruire un rapporto in primis con i consiglieri Luigi Cavallaro, Maria Berritto e Paolo Attianese, riuscendo così ad acquisire una nuova maggioranza assoluta in assise, emarginando così al massimo il gruppo di “Scafati Rinasce” formato da Susy Barone e Gennaro Avagnano.

Lo scontro con Avagnano

Nel mirino di Aliberti c’è proprio il presidente della commissione consiliare Urbanistica su tutti, destinatario sottinteso di un post molto duro del sindaco pubblicato sui social: “Chi deve andare via è l’elemento marcio della mia maggioranza. Lo avevo perdonato pensando ad una sua redenzione, l’ho accolto nelle mie liste: mi sbagliavo. Ha finto solidarietà fino alla mia assoluzione. Ha tramato sottobanco fino al 13 novembre, dopodiché si è rivelato mostrando ancora tutto il suo astio nei miei confronti.” Aliberti conclude: “La finisse qualcuno di chiamarmi il ‘mio sindaco’ perché io lo ritengo fuori dalla maggioranza e farebbe bene a dimostrare lui di non essere attaccato alla poltrona della presidenza della commissione, dimettendosi.”

Una giunta con pochi cambi

La ritrovata pace dovrebbe così nominare la nuova giunta, che non dovrebbe essere stravolta rispetto al recente passato a rigor di logica, prevedendo al massimo un solo cambio in esecutivo per soddisfare gli ex dissidenti, con un probabile non ritorno di un nome come quello di Annamaria Federico.

L’opposizione chiede chiarezza

Nel frattempo, però, il consigliere di opposizione Michele Grimaldi continua a cercare di fare chiarezza sulla procedura che ha portato alle dimissioni di sindaco e giunta. Attraverso una nota è stata compiuta una richiesta di accesso agli atti finalizzata a sapere se prima del ritiro delle dimissioni del sindaco Aliberti ci fosse stato qualche avviso da parte della Prefettura di Salerno a segnalare qualche problematica.

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Alfonso Romano
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