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Calenzano: esplosione in deposito Eni, tra le vittime un napoletano

Calenzano. Tragedia operaia alle porte di Firenze: due morti, 26 feriti e tre dispersi. Indagini in corso sulle cause della deflagrazione

Calenzano: esplosione in deposito Eni, tra le vittime un napoletano

Una violenta esplosione ha scosso il deposito Eni di Calenzano, alle porte di Firenze, intorno alle 10 di ieri mattina. La deflagrazione, avvertita a chilometri di distanza, ha trasformato il sito in uno scenario di devastazione, causando due morti, 26 feriti, tra cui alcuni gravissimi, e lasciando tre persone disperse.

Il luogo della tragedia: un deposito strategico

Il deposito si estende su 170mila metri quadrati e ospita 24 grandi serbatoi di carburanti, alimentati da due oleodotti provenienti dalla raffineria Eni di Livorno. Qui i carburanti vengono stoccati e distribuiti alle dieci pensiline di carico delle autocisterne. L’esplosione sarebbe avvenuta durante questa fase di carico, causando ingenti danni strutturali e umani.

Le vittime e i dispersi: camionisti senza scampo

Fra le vittime già identificate figura un autotrasportatore di cisterne 63enne, di Napoli. I dispersi includono un uomo di 57 anni di Catania, uno di 49 anni del Novarese, un autotrasportatore di 45 anni di origini tedesche e un altro di 45 anni di Matera. Gli stalli di approvvigionamento, dove erano parcheggiate diverse autobotti al momento dell’incidente, si sono trasformati in una trappola mortale.

Intervento dei soccorsi: una lotta contro il fuoco

L’incendio è stato domato grazie all’intervento di nove squadre dei Vigili del Fuoco, che hanno evitato il coinvolgimento dei serbatoi pieni di benzina, gasolio e kerosene, scongiurando danni ancora più gravi. I soccorsi sono stati immediati: i feriti più gravi, con ustioni su gran parte del corpo, sono stati trasferiti al centro specializzato di Cisanello a Pisa, mentre altri sono ricoverati negli ospedali di Careggi e Santo Stefano.

Feriti e traumi: il bilancio della tragedia

Oltre ai feriti gravi, 16 lavoratori delle aziende vicine al deposito sono giunti nei pronto soccorso con traumi al rachide e lesioni alle orecchie, causati dall’onda d’urto. L’esplosione ha devastato anche una palazzina adibita a stazione di rifornimento e parte della palazzina direzionale.

Indagini in corso per accertare le cause

La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per far luce sulle cause dell’incidente. Secondo le prime ricostruzioni, la deflagrazione è avvenuta durante le operazioni di rifornimento delle autobotti. Il paese si unisce nel lutto per questa nuova tragedia operaia, la seconda nella zona in meno di un anno.

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