La norma e il ricorso del governo
La legge regionale approvata in Campania il 5 novembre, che consente a Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato, è al centro di un possibile ricorso alla Corte Costituzionale da parte del governo. La norma è stata contestata in quanto considerata in conflitto con l’articolo 122 della Costituzione, che disciplina l’elezione dei presidenti e dei consiglieri regionali. Secondo quanto riportato da Repubblica, il governo ha inviato una nota formale alla Regione Campania per chiedere chiarimenti, sostenendo che la legge potrebbe violare principi fondamentali dello Stato.
I rilievi del governo
Alla base delle contestazioni vi è un parere tecnico del ministero delle Riforme, che evidenzia come la legge campana faccia decorrere il limite dei due mandati solo dal momento della sua approvazione, di fatto annullando il primo mandato già svolto da De Luca. Questo meccanismo viene definito un tecnicismo che, secondo il governo, sarebbe privo di validità, in quanto le disposizioni della legge statale del 2004, che introduceva il limite dei due mandati, avrebbero carattere autoapplicativo e sarebbero quindi valide anche in Campania sin dalla loro entrata in vigore.
Le implicazioni per De Luca
Oltre alle difficoltà legali, il governatore campano deve affrontare un quadro politico interno complesso. Alcuni esponenti della maggioranza regionale iniziano a prendere le distanze, sottolineando la necessità di un rinnovamento all’interno del partito. La possibilità di un terzo mandato per De Luca sembra incontrare non solo le resistenze del governo centrale, ma anche dubbi e opposizioni crescenti tra i suoi alleati politici, che invocano una nuova leadership capace di rappresentare meglio le esigenze del territorio.
