Il governo Meloni ha impugnato la legge regionale campana che consente il terzo mandato presidenziale, aprendo uno scontro politico e istituzionale. La normativa, approvata dal Consiglio regionale, recepisce solo a novembre 2023 la legge nazionale del 2004 che limita i mandati consecutivi a due. Tuttavia, la Campania sostiene che la sua legge sia legittima, richiamandosi all’autonomia legislativa regionale sancita dall’articolo 122 della Costituzione. La questione è diventata un tema caldo per il centrodestra campano, che chiede a Vincenzo De Luca di farsi da parte, mentre il presidente ha ribadito il diritto di candidarsi per un terzo mandato.
Argomentazioni giuridiche e precedenti regionali
Secondo la Regione Campania, la legge nazionale non è autoapplicativa senza un recepimento esplicito da parte delle regioni. L’articolo 8 della legge 131/2003 prevede poteri sostitutivi in caso di inadempienza regionale, ma questi strumenti, secondo la Campania, escludono l’efficacia diretta della norma statale. La Regione sottolinea inoltre che altre realtà regionali hanno permesso più di due mandati consecutivi: il presidente del Veneto, ad esempio, è al suo terzo mandato, e situazioni simili si sono verificate in Piemonte e nelle Marche.
La Regione Campania sostiene che la Costituzione affidi alle leggi regionali il compito di stabilire i requisiti di eleggibilità e incompatibilità, coerentemente con i principi nazionali. L’argomentazione si basa anche su precedenti giurisprudenziali che confermano la necessità di una normativa regionale per rendere applicabile il limite dei mandati. Il dibattito si concentra quindi sull’autonomia legislativa e sull’interpretazione dei limiti imposti dalla normativa nazionale.