spot_img
spot_img

Leggi anche

Altro ancora

Campania. Indennità extra ai portaborse: consiglieri regionali a processo

Campania. Indennità extra per portaborse: a processo 17 tra consiglieri e dirigenti. Contestati 3,6 milioni di euro erogati dal 2019 al 2022.

L’inchiesta della Corte dei conti

La Procura della Corte dei conti ha avviato un procedimento contro 17 soggetti, tra cui sette consiglieri regionali in carica e dieci ex consiglieri o dirigenti del Consiglio regionale. L’accusa riguarda l’erogazione di un’indennità extra da 40 mila euro annui a dipendenti classificati come responsabili di segreteria delle commissioni consiliari e coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari, con un presunto danno erariale di 3,6 milioni di euro tra il 2019 e il 2022.

Il sistema delle indennità illegittime

L’origine della vicenda risale alle leggi regionali del 2002 e 2003, che stabilivano compensi aggiuntivi per alcune figure. Nel 2019, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime queste retribuzioni, ribadendo che la regolamentazione dei trattamenti economici dei dipendenti pubblici è una competenza statale. Nonostante l’abolizione delle norme, le indennità sono state comunque erogate attraverso delibere dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, aggirando il divieto normativo.

Le indagini della Guardia di Finanza

L’inchiesta della Guardia di Finanza, guidata dal colonnello Paolo Consiglio, ha evidenziato il coinvolgimento della politica nel mantenimento di questi stipendi. Alcuni dipendenti hanno riferito agli investigatori che i responsabili di segreteria non svolgevano funzioni superiori a quelle di un normale funzionario, pur ricevendo retribuzioni elevate. Un’alta dirigente interna, che aveva sollevato dubbi sulla legittimità dei pagamenti, è stata successivamente rimossa dall’incarico.

La posizione della Procura

Secondo i magistrati contabili, non si contesta la creazione di figure di supporto, ma la modalità con cui è stato determinato il loro trattamento economico. La Procura sottolinea che il potere di autorganizzazione del Consiglio regionale non può giustificare l’immunità per qualsiasi atto amministrativo, in contrasto con gli orientamenti della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale. L’udienza è fissata per il 26 giugno, alla vigilia delle elezioni regionali, nelle quali alcuni degli indagati intendono ricandidarsi.

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img

Articoli popolari