Un luogo un tempo vivo, oggi abbandonato
Pagani. In disuso e quasi dismesso. Questa la tragica fine cui è stato condannato il centro sociale paganese, un tempo cuore pulsante delle politiche sociali nonché palcoscenico di opere teatrali e recite scolastiche. Oggi, invece, luogo fatiscente e terra di nessuno. Nella ridente cittadina in cui mancano luoghi di aggregazione giovanile nonché spazi dedicati alla cultura sembra che l’amministrazione comunale si sia dimenticata delle potenzialità di questo edificio. Dall’esterno si osservano solo erbacce, ragazzini che corrono a destra e a manca senza una guida, una meta e una struttura ormai vecchia e abbandonata a sé.
L’assenza di investimenti e il bisogno di rinascita
Perché a pagare per le dimenticanze di chi ci amministra devono essere i cittadini che sono costretti a spostarsi altrove per trovare assistenza, accoglienza e luoghi in cui condividere il sapere nonché spazi ad esso dedicati? Perché non investire sul nostro territorio inondandolo nuovamente di bellezza, del fare bene alla comunità? Perché per fare ripartire le politiche sociali e fare sì che si attuino non donare ai giovani un posto confortevole invece che continuare, quasi, ad accompagnarli verso la direzione sbagliata solo perché non ci sono alternative, non ci sono altre possibilità? Perché non creare nuove opportunità con i mezzi a disposizione invece che distruggerli? Perché veder crescere piante infestanti laddove si potrebbe assistere alla fioritura che regala speranza? Perché non fare sì che diventi un punto di riferimento per chi un posto sicuro ancora non l’ha trovato? Tutto questo fa male a chi quando cammina si sofferma a osservarne la decadenza o lo fa passando distrattamente dal vetro di un finestrino di un’auto. La verità è che, forse, ci siamo dimenticati del welfare e del patrimonio culturale che sono la linfa vitale della comunità, anzi piano piano, forse, ci stiamo dimenticando anche della sua esistenza.
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