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Napoli. Cento posti a tavola al Real Albergo dei Poveri

Il Pranzo di Comunità al Real Albergo dei Poveri promuove l’integrazione e il dialogo culturale tra comunità multietniche di Napoli.

Cento posti a tavola al Real Albergo dei Poveri

Dopo quasi cinquant’anni, il Real Albergo dei Poveri riapre le sue porte con un evento dal forte valore simbolico e sociale. Oggi, alle 12.30, prende vita il Pranzo di Comunità, un progetto che segna l’inizio di un percorso di inclusione e dialogo culturale, ideato da Laura Valente, direttrice artistica delle celebrazioni per Napoli 2500. L’antico edificio borbonico, chiuso dopo il sisma del 1980, torna a essere luogo di accoglienza e condivisione. Un’iniziativa che parla di multiculturalismo e futuro, attraverso un gesto semplice e universale: mettersi a tavola insieme.

Un nuovo RAP di accoglienza e integrazione

Il nuovo acronimo scelto, RAP (Real Albergo dei Poveri), richiama non solo il nome storico, ma anche l’energia e la forza simbolica della cultura urbana e popolare. L’evento si svolge in un’area tra le più vivaci e complesse della città, incastonata tra San Carlo all’Arena e San Lorenzo, oggi sempre più multietnica. I cento ospiti del pranzo arrivano proprio da questo tessuto urbano: sono espressione delle comunità internazionali residenti, coinvolti grazie al lavoro dei mediatori di Spazio Comune e degli studenti stranieri della Federico II. La tavola diventa così punto di incontro tra culture, identità e percorsi di vita differenti.

Università e Mediterraneo: un progetto per l’inclusione

Il pranzo è solo una delle azioni di disseminazione del progetto TNE 2023 PNRR – Sulieia, che coinvolge cinque università del Sud Italia: Basilicata, Vanvitelli, Sannio, Mediterranea di Reggio Calabria e Federico II. Coordinato proprio da quest’ultima, il programma promuove l’internazionalizzazione delle università attraverso borse di studio, didattica congiunta e scambi con i paesi dei Balcani. Collaborazioni con 30 partner dell’area mediterranea rafforzano il dialogo tra i popoli. È dunque un viaggio tra culture e sapori è anche un’opportunità per costruire relazioni solide tra comunità e università.

Un monumento che rinasce nel segno dell’accoglienza

Il cibo quindi è come linguaggio di pace. Un gesto che, nel Real Albergo dei Poveri, acquista un valore ancor più profondo: qui, dove per secoli si è accolta la marginalità, oggi si celebra l’incontro tra mondi diversi. Un modo per ricucire il tessuto sociale, per ritrovare il senso di solidarietà che appartiene alla città. Un inizio simbolico che guarda lontano, con la speranza che il “gigante” di Ferdinando Fuga torni a vivere come eccezionale spazio di accoglienza, cultura e sopratutto sia speranza per il futuro.

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