Rogo nell’ex impianto Helios: nube tossica su Scafati
Rogo all’interno del sito di stoccaggio Seneca, ex Helios. Scafati, ma non solo, coperta da una nube tossica, con seri danni nella zona industriale di contrada Cappelle. L’incendio, iniziato poco dopo le 10 di ieri mattina, ha avuto un decorso lungo, danneggiando anche un’altra ditta limitrofa all’azienda di trattamento rifiuti. L’attenzione è altissima per la salute pubblica. Tonnellate di rifiuti hanno preso fuoco nel giro di poche ore nella città dell’agro, più precisamente a ridosso della strategica via delle Industrie, uno dei cuori economici di Scafati.
Indagini in corso
Per motivazioni ancora da appurare, ma tutte da approfondire, un banco di rifiuti stoccati ha preso fuoco, innescando una rapida espansione tra tutto il materiale infiammabile presente nel sito di stoccaggio, gestito da persone che farebbero riferimento alla famiglia del consigliere comunale Corrado Scarlato. A ora di pranzo, le fiamme avrebbero raggiunto anche un’altra azienda limitrofa e, solo nel pomeriggio inoltrato, il lavoro dei vigili del fuoco è riuscito a delimitare il perimetro del rogo, evitando danni e pericoli ancora più gravi. In tal senso, è stato molto importante il lavoro della polizia locale e dei carabinieri, con i primi che hanno aiutato i caschi rossi sia nell’organizzazione dell’intervento, sia nell’evacuazione di diverse famiglie presenti nel raggio di pochi metri dal sito di stoccaggio. In particolare, in un caso, è stato necessario l’intervento tempestivo di un’autoambulanza per l’evacuazione di una persona intrappolata in casa con condizioni di disabilità.
Emergenza ambientale e controlli sanitari dell’Arpac
I danni economici, da quantificare, probabilmente sono di diversi milioni di euro, ma ciò che preoccupa ora le istituzioni e il dibattito pubblico è la mole di fumi tossici che si sono propagati in un’area vastissima dell’Agro nocerino. Fortuna ha voluto che il vento non tirasse verso il centro cittadino, ma in direzione sud – est, dove, oltre qualche casa isolata, non erano presenti forti agglomerati residenziali per almeno un chilometro in linea d’aria. La fitta nube di fumo è stata visibile anche in altre città, come quella di Angri, dove buona parte dei residenti si è barricata in casa con le finestre chiuse. Tuttavia, molte persone hanno comunque assistito a una pioggia di cenere all’interno delle loro abitazioni, che saranno oggetto di analisi da parte dell’Arpac. I tecnici dell’Agenzia regionale, infatti, hanno installato due campionatori in un’area di probabile diffusione degli inquinanti atmosferici sulla base della direzione del vento, uno per la ricerca di diossine/furani, l’altro per la ricerca di metalli, Ipa e Pm10.
Laboratorio mobile
Sulla base dell’evoluzione di quanto accadrà nelle prossime ore, l’Agenzia potrà a breve posizionare anche un laboratorio mobile nell’area interessata, in grado di misurare le concentrazioni orarie di un insieme di inquinanti atmosferici, tra cui polveri sottili Pm10 e Pm2,5, monossido di carbonio, ossidi di azoto, benzene, toluene, xilene, allo scopo di avere un quadro complessivo della qualità dell’aria a conclusione dell’incendio. A monitorare la situazione c’è anche il sindaco Pasquale Aliberti, che ieri ha convocato il Centro operativo comunale e poi è stato protagonista di un incontro in Prefettura: «Non abbiamo ordinato sgomberi ma consigliato l’allontanamento di alcune famiglie più vicine all’incendio – ha detto –. Non ci sono state strumentalizzazioni su una situazione che riguarda tutta la città».