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Salerno accoglie 108 migranti tra difficoltà e rammarico

Lo sbarco a Salerno solleva preoccupazioni umanitarie e logistiche. L’assessore De Roberto denuncia il fallimento di una vera politica d’accoglienza.

Il trentanovesimo sbarco e una logistica in emergenza

Salerno si prepara ad accogliere il trentanovesimo sbarco di migranti presso il Molo Manfredi, previsto alle ore 11 di questa mattina. La nave Aita Mari porterà a terra 108 persone, tra cui 78 uomini adulti non accompagnati, 10 donne singole e 5 minori stranieri non accompagnati. L’operazione si svolge in un contesto logistico complicato a causa dei lavori di ampliamento della banchina e della visita della commissione parlamentare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, prevista nella stessa giornata. Una riunione urgente in Prefettura ha definito il piano operativo per lo sbarco, ma le criticità restano numerose, anche per le avverse condizioni meteo previste.

Un’accoglienza sempre più dettata dall’emergenza

La situazione dei minori stranieri non accompagnati desta particolare preoccupazione. Solo uno dei cinque, un quindicenne, resterà nel territorio salernitano, mentre gli altri saranno trasferiti altrove. Secondo l’assessore alle Politiche Sociali Paola De Roberto, molte delle persone arrivate rischiano l’espulsione a causa della provenienza da zone considerate “non a rischio”, come Eritrea, Etiopia, Pakistan, Egitto e Nigeria. De Roberto ha espresso amarezza per una gestione sempre più emergenziale, che rende difficile garantire un’accoglienza degna dei diritti umanitari: «Rimane il rammarico di non poter essere più la città dell’accoglienza che volevamo».

Diritti umani e vulnerabilità al centro del dibattito

L’assessore ha sottolineato come tra i migranti vi siano persone vittime di violenza, in particolare donne e giovani uomini, molti dei quali hanno attraversato la Libia, zona nota per gravi violazioni dei diritti. Le sue parole mettono in luce il contrasto tra il desiderio di una politica umana e inclusiva e l’attuale modello improntato a vincoli burocratici e normative restrittive. «Parliamo di persone, non numeri», ha detto De Roberto, ricordando che dietro ogni volto c’è una storia di sofferenza. Salerno si trova ancora una volta nel cuore del Mediterraneo, crocevia di dolore e speranza, con la consapevolezza che l’accoglienza vera è ben altra cosa.

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