Crisi a Scafati: mozione di sfiducia fallita
La crisi politica che da tempo cova sotto la superficie dell’amministrazione Pasquale Aliberti è esplosa apertamente con la presentazione — e il fallimento — della mozione di sfiducia discussa lo scorso 18 febbraio nel consiglio comunale di Scafati. A firmarla erano stati, oltre ai consiglieri di opposizione, anche quattro membri della maggioranza: Gennaro Avagnano, Susy Barone, Paolo Attianese e Maria Berritto. Tuttavia, il colpo di scena è arrivato proprio durante la seduta, quando Attianese e Berritto hanno deciso di ritirare la firma, determinando così l’archiviazione del tentativo di far cadere la consiliatura in corso.
La denuncia
Ma a far esplodere ulteriormente il caso è stata una denuncia della segretaria generale del Comune, Maria Ausilia Inserra, inviata alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e alla Prefettura di Salerno. La segnalazione, che potrebbe aprire scenari inediti, si basa su dichiarazioni ritenute dalla funzionaria «penalmente rilevanti». In particolare, durante il consiglio comunale, il consigliere Avagnano ha raccontato un episodio che ha destato clamore: «Avevate un problema con la microdelinquenza e mi avete mandato a lavorare in un’azienda di rifiuti. Mi avete dato il curriculum e mi avete sistemato».
Parole forti, che la dottoressa Inserra ha voluto trasmettere agli organi competenti, ritenendo che possano costituire elementi di interesse giudiziario. Il sindaco Aliberti, assolto dopo anni di processo relativo a uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche durante un suo precedente mandato, ha replicato invocando approfondimenti nelle sedi opportune e ridimensionando l’accaduto come un’espressione infelice da verificare.