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Agro nocerino sarnese in lutto per Papa Francesco

Agro Nocerino Sarnese. Commozione e cordoglio in tutte le parrocchie: le parole di Bergoglio riecheggiano tra le lacrime. I cittadini: “Ci ha insegnato la tenerezza”

Il cuore dell’Agro piange il suo Papa

Il suono delle campane, improvviso e mesto, ha rotto il silenzio della mattinata del Lunedì dell’Angelo nell’agro nocerino sarnese annunciando una notizia che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare: Papa Francesco è morto. Un colpo al cuore per migliaia di fedeli, che da anni avevano imparato ad amarlo come un pastore vicino, umano, profondo. La notizia ha subito fatto il giro di tutte le comunità religiose locali, da Nocera Inferiore, ad Angri, Pagani, Scafati, da Sarno a San Marzano sul Sarno, da San Valentino Torio a Roccapiemonte, lasciando un senso di sconcerto, di smarrimento e di dolore collettivo.

Giudice: “Le campane prima a morto e poi a festa”

Il vescovo monsignor Giuseppe Giudice ha invitato i parroci e i superiori delle comunità della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno a fare suonare a mezzogiorno “le campane prima a morto e poi a festa”.

Inoltre, nel messaggio alla Diocesi ha detto: “Oggi, 21 aprile 2025, papa Francesco, bianca colomba di pace, ha attraversato nella speranza la Porta Santa ed è stato accolto tra le braccia del Padre Misericordioso. Insieme, come Chiesa diocesana, ci inchiniamo dinanzi alla sua testimonianza e pregando, lo affidiamo al Risorto, grati e riconoscenti per il suo alto e profetico magistero a servizio della Chiesa e del mondo”

In numerose parrocchie si sono immediatamente organizzati momenti di preghiera e veglie spontanee. In alcuni casi, le chiese hanno aperto le porte per accogliere i fedeli in lacrime. «Ha camminato con noi, portando la Croce del mondo sulle sue spalle con umiltà e sorriso», ha detto un parroco di Angri durante l’omelia. Sui social, ma soprattutto nelle piazze e nei cuori, una sola domanda: “E ora, chi ci parlerà come lui parlava al cuore?”

“Beati i misericordiosi”: la lezione che resta

I cittadini dell’Agro nocerino hanno riconosciuto in Papa Francesco un compagno di strada, un uomo capace di abbattere barriere e parlare con la semplicità del Vangelo. «Ci ha insegnato che la fede non è dottrina ma tenerezza», sussurra commossa una suora di Pagani. Le sue parole – “Chi sono io per giudicare?”, “La vera potenza è il servizio” – resteranno scolpite nella memoria collettiva, come guida e conforto.

Molti ricordano il forte legame del Santo Padre con il Sud e con le periferie dell’anima, quelle stesse che attraversano ogni giorno la realtà dell’Agro. «Francesco ha incarnato il Vangelo della prossimità, della misericordia, dell’abbraccio», afferma un catechista di San Valentino Torio. Citando le sue encicliche e le sue parole, i sacerdoti delle locali parrocchie stanno offrendo ai fedeli la possibilità di vivere questo momento non solo con dolore, ma come occasione per ritrovare il cuore della fede. “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7), è il versetto del Vangelo che ha riecheggiato in molte chiese durante le liturgie straordinarie.

Un’eredità viva nel cuore della gente

Cordoglio unanime dai sindaci di tutti i Comuni. «Il suo esempio ci ha insegnato a guardare il mondo con gli occhi della solidarietà», afferma una fedele. Ci sarà tempo per le scuole, le associazioni culturali e i movimenti ecclesiali dell’Agro di organizzare momenti di commemorazione e riflessione.

Papa Francesco ha parlato al mondo intero, ma ha fatto sentire ognuno come fosse l’unico destinatario del suo messaggio. «La morte non è l’ultima parola: in Dio tutto si compie nella luce» aveva detto in uno dei suoi ultimi Angelus. E oggi, quella luce sembra avvolgere anche i cuori addolorati dei cittadini dell’Agro, che in silenzio stringono il Rosario tra le dita e mormorano: “Grazie, Francesco. Pregheremo per te, come tu hai pregato per noi”.

I “Paputi” di Sarno, fede e tradizione senza tempo

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Luciano Verdoliva
Luciano Verdoliva
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