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Scafati. Incendio ex Helios, disperazione ed esposto in Procura

Ancora proteste a Scafati dopo l’incendio all’ex Helios. I cittadini denunciano veleni nell’aria e l’assenza di risposte istituzionali.

Scafati non respira più: nuovo esposto contro il sito Seneca

Non si spegne la rabbia a Scafati, dove i cittadini del Comitato di Quartiere Cappella e Oltre hanno presentato un nuovo esposto contro il sito di stoccaggio Seneca (ex Helios), teatro dell’ennesimo incendio avvenuto tre settimane fa in via Galileo Ferraris. “Respiriamo veleni”, denunciano i residenti esasperati, sostenuti legalmente dall’avvocato Raffaella Cavallaro. Gli abitanti della zona sono stanchi ma determinati a proseguire la battaglia: “Non possiamo più aspettare, non possiamo più tollerare aria avvelenata”.

Il rogo avrebbe diffuso fumi tossici per un’intera settimana, con continue riaccensioni e senza interventi risolutivi. I cittadini sottolineano come il cambio di gestione non abbia apportato alcun miglioramento, mentre le promesse di delocalizzazione restano disattese.

Sito pericoloso

“Il sito – affermano – continua a rappresentare una minaccia per salute, ambiente e qualità della vita”. L’esposto, spiegano, non è solo una denuncia ma un grido d’allarme alle istituzioni e alla comunità. “Il profitto non può venire prima del diritto alla salute”, ribadiscono attraverso le colonne di “Cronache“.

Alt alle accuse

I cittadini rigettano le critiche ricevute da chi li accusa di essere “contro l’impresa”: “Non siamo contro il lavoro né contro gli imprenditori, chiediamo solo che ogni attività rispetti le leggi e la dignità di chi vive qui. La salubrità dei luoghi è il primo parametro del benessere di una comunità”. Sul fronte politico, la questione resta aperta. In Regione, la minoranza consiliare ha sollevato una nuova interrogazione: “È l’ennesima ferita al nostro territorio. Serve un tavolo tecnico permanente per il monitoraggio ambientale e sanitario, e per garantire una comunicazione trasparente ai cittadini”.

Anche a livello comunale si invoca un atto di indirizzo del Consiglio per dire un “no” incondizionato alla presenza di attività a rischio vicino a case e aziende agroalimentari. Ma intanto, tra stanchezza e indignazione, i cittadini promettono: “Non ci arrendiamo. Continueremo a lottare per un territorio più vivibile per chi verrà dopo di noi”.

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