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Tra Angri e Pagani e i sindaci come il “marziano” di Flaiano

A fine mandato Ferraioli e De Prisco: indifferenza a Angri, devozione a Pagani. Sfide aperte tra crisi e speranze.

Fine mandato per Ferraioli e De Prisco: due bilanci a confronto

Siamo ormai alla fase calante delle amministrazioni di Cosimo Ferraioli ad Angri e Raffaele Maria De Prisco a Pagani. Due percorsi politici diversi, ma accomunati da un crescente scollamento con la cittadinanza. Per Ferraioli si chiude una lunga stagione durata undici anni, ma il bilancio appare amaro: una maggioranza ormai allo sbando, tenuta insieme più dal desiderio di completare una legislatura da record che da reali obiettivi comuni di fine mandato. I cittadini angresi, nel frattempo, sono stati progressivamente emarginati e avulsi da ogni ragionamento amministrativo, come dimostra la sistematica assenza del sindaco anche nelle cerimonie più carcihe e simboliche.

Ferraioli: la “forza assente”

Quest’anno, in particolare, la sua, ennesima, mancata partecipazione all’evento del 25 aprile, comunque organizzato con dedizione dal presidente del consiglio comunale Massimo Sorrentino, ha confermato un distacco che appare ormai insanabile con i suoi concittadini. A peggiorare il quadro, il peso crescente della programmazione dei recuperi tributari pregressi, che strangolano famiglie e attività, senza che da parte dell’amministrazione si avvertita una reale attenzione ai bisogni logistici, sociali ed economici della cittadinanza. Ferraioli, come in nel romanzo di Ennio Flaiano, sembra ormai un “marziano a Roma”, incapace di percepire il disagio diffuso e di dare risposte concrete, è eufemisticamente come il letterario alieno Kunt arrivato tra le grandi aspettative della gente che ben presto se ne dimentica svanita la novità. La novità per Ferraioli nel 2020 era stata rappresentata dall’ondata Covid e le sue improbabili dirette che gli permisero di affermarsi per un secondo insperato mandato. Fu virtualmente vicino ai suoi concittadini sapendo sapientemente sfruttare quell’ondata di emozioni e paura con autoritaria padronanza. Fu un caso ma pure una seria ipoteca per un secondo mandato, anche per evidente e “manifesto demerito altrui”.

De Prisco tra la devozione popolare e le sfide amministrative

Diverso, anche se non privo di difficoltà, lo scenario per Raffaele Maria De Prisco. Alle prese con problemi complessi, come l’emergenza delle cartelle esattoriali e la gestione della festa cittadina più sentita, quella della Madonna delle Galline. De Prisco si è mostrato, al contrario, presente e capace di incarnare il vero sentimento popolare. La sua figura, con piglio, emerge tra i toselli – gli altari votivi simbolo della devozione paganese – come quella di un sindaco che non si è mai sottratto al contatto diretto con la comunità, neanche nei momenti più pressanti e difficili. Tuttavia, anche per lui il futuro resta incerto: la sua maggioranza mostra segni di logoramento e sarà necessario ricostruire gran parte dell’ecosistema politico che lo ha sostenuto finora. Tra la passione autentica e le insidie della crisi amministrativa, De Prisco si muove ancora come un “protagonista ottimista”, consapevole che “a Pagani, come marziani” – ancora mutuando Flaiano – si può sopravvivere solo se si resta in ascolto del popolo. Ora, nell’ultima curva del mandato, resta da capire se saprà riannodare i fili o se anche il suo sarà un viaggio destinato a chiudersi ineluttabilmente. Resta da capire se, in prospettiva, ci sia o meno un competitor attendibile e popolare.

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Luciano Verdoliva
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