Povertà diffusa, interventi assenti
L’agro nocerino sarnese, come certificano i più recenti rapporti dell’ISTAT e della Caritas Campania, presenta indicatori sociali preoccupanti. In particolare, Angri si conferma uno dei comuni dove la povertà materiale e relazionale è in crescita, ma spesso invisibile, sfuggendo anche ai radar delle istituzioni. Secondo l’ultimo rapporto “Reddito e Condizioni di Vita” pubblicato a fine 2024, circa il 27% delle famiglie residenti nella macro area dell’agro versa in condizioni di vulnerabilità economica, con picchi più alti nei nuclei mono genitoriali e nei soggetti over 65 soli. Gli strumenti pubblici non riescono a intercettare queste fragilità, spesso a causa sopratutto di indirizzi politici disconnessi dalle reali necessità del territorio.
Angri, la povertà che non fa rumore
Nel tessuto socio urbano di Angri si registrano sempre più evidenti i segnali di una cronica emergenza sociale: famiglie che faticano ad accedere ai beni primari, giovani che rinunciano agli studi per sostenere la casa, anziani soli e senza assistenza domiciliare. Da un decennio mancano concrete azioni strutturate di contrasto alla povertà immediata, come mense sociali permanenti, presìdi medici di base gratuiti, sportelli di ascolto stabili. Le politiche sociali sono spesso affidate all’improvvisazione o alla frammentazione degli interventi, scollegate da una visione sistemica di lungo termine. La cosiddetta “povertà frequente” — ovvero una condizione di precarietà costante, ciclica e normalizzata — non viene o non vuole essere intercettata dalle maglie burocratiche, troppo strette o farraginose per chi vive, con costanza, un disagio quotidiano.
Sconnessioni che generano abbandono
Secondo una recente analisi condotta da Federico Pizzuti, ricercatore in politiche territoriali, l’agro soffre di una assenza cronica di programmazione sociale. I fondi del PNRR destinati all’inclusione non sempre si traducono in servizi stabili, e i Comuni, spesso in affanno, non riescono a creare reti efficaci tra associazioni, volontariato e istituzioni. Ad Angri, il Piano di Zona S1 ovvero al Consortile “Comunità Sensibile” è spesso rallentato da intoppi gestionali o permissive ingerenze politiche mentre le iniziative spontanee dei cittadini restano isolate e non valorizzate. Resta concreto il rischio di lasciare intere fasce di popolazione priva di un punto di riferimento, alimentando frustrazione, isolamento e rassegnazione.