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Sarno. La città ricorda le vittime della frana: giornata della memoria

Nel 27º anniversario della frana, Sarno si stringe nel ricordo delle 160 vittime con una giornata di riflessione.

Una giornata per non dimenticare

Il 5 maggio 1998 resta una ferita aperta per la città di Sarno che in quella tragica notte perse 137 dei suoi figli travolti da una colata di fango che sconvolse per sempre la vita della comunità. A ventisette anni di distanza, il sindaco Francesco Squillante e l’Amministrazione Comunale promuovono una Giornata della Memoria che intende tenere viva la coscienza collettiva e il senso della prevenzione. «Questa giornata non è soltanto commemorazione ma un dovere morale verso chi non c’è più e verso le nuove generazioni» ha dichiarato il primo cittadino.

Memoria tra sport, immagini e fede

La giornata si aprirà allo Stadio Comunale “Felice Squitieri” dove si disputerà La Partita del Ricordo, un incontro amichevole tra la Nazionale Italiana Calcio Attori e una rappresentativa locale sarnese. Un’occasione per unire sport e memoria, con la partecipazione della cittadinanza e delle scuole. Il pomeriggio proseguirà nel cuore del centro storico con l’inaugurazione della mostra fotografica “Memorie del 5 e 6 Maggio 1998” allestita in Piazza Duomo a cura del Comitato Episcopio. Le immagini esposte racconteranno le ore drammatiche della tragedia e la forza della comunità nella ricostruzione. «Ricordare significa anche continuare a costruire una città più sicura e consapevole» ha sottolineato Squillante, «perché il ricordo deve tradursi in responsabilità concreta e quotidiana».

Una corona per le vittime e un impegno per il futuro

Alle ore 18 e 30 nel Duomo di Episcopio sarà celebrata la Messa in suffragio delle vittime, momento solenne di raccoglimento e preghiera. Subito dopo, da Piazza Duomo a Viale Margherita, si snoderà il corteo commemorativo che si concluderà con la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento dedicato alle vittime. «Sarno non dimentica» ha concluso il sindaco Squillante, «e finché avremo voce e memoria, continueremo a ripetere i nomi delle nostre vittime e a trasformare il dolore in impegno civico».

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