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Recuperati in Campania 25mila beni culturali rubati

L’Arma dei Carabinieri ha sequestrato e restituito migliaia di beni culturali in Campania, contrastando traffici illeciti e reati paesaggistici.

Risultati eccezionali per il Nucleo TPC di Napoli

L’attività operativa del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli nel 2024 ha segnato risultati eccezionali nella difesa del patrimonio storico, artistico e archeologico della Campania. L’unità territoriale specializzata, che fa capo al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale istituito nel 1969 per dare piena attuazione all’articolo 9 della Costituzione italiana, ha recuperato nell’anno solare 24.955 beni culturali, per un valore economico stimato in 9.142.450 euro. Questi numeri testimoniano un’intensa attività di contrasto al traffico illecito di opere d’arte e reperti, resa ancora più efficace dall’introduzione di strumenti tecnologici avanzati e da un incremento dei controlli sul territorio.

Crescita dei sequestri e recuperi sul territorio

Nel confronto con il 2023 si registra un lieve aumento del numero dei furti, passati da 24 a 25, ma soprattutto una crescita considerevole delle operazioni di sequestro. In particolare, sono aumentati i recuperi di beni grafici, pittorici e musivi, passati da 7 a 9, e in modo impressionante quelli di documenti librari e archivistici, da 1.029 a oltre 11.000. Notevole anche il salto nella quantità di reperti archeologici ritrovati: da 461 a 564 quelli integri e da 12 a più di 10.000 i frammenti, a cui si aggiungono quasi 3.000 monete antiche. Le operazioni hanno riguardato anche oreficeria, ceramiche e sculture. Il Nucleo ha intensificato i controlli su musei, biblioteche, archivi, zone vincolate paesaggisticamente e mercati antiquariali, portando alla denuncia di un numero sempre maggiore di soggetti coinvolti, compresi 27 affiliati a una vera e propria associazione a delinquere attiva nel settore dell’antiquariato ecclesiastico.

Tecnologia e web monitoring al servizio della tutela

Il potenziamento della vigilanza si è riflesso anche sull’utilizzo degli strumenti digitali. Nel 2024 sono stati monitorati oltre venti siti web e centinaia di beni proposti in vendita online, riuscendo a recuperare 740 oggetti di valore storico e culturale, tra cui reperti archeologici e paleontologici, dipinti, sculture e manufatti in oreficeria. Fondamentale si è rivelato l’uso del sistema SWOADS, un software basato su algoritmi di intelligenza artificiale per l’analisi di contenuti provenienti da web, deep web e social media. Questa piattaforma ha consentito di localizzare numerose opere d’arte trafugate, anche nel territorio campano.

Controlli su paesaggio e monumenti

L’azione di contrasto si è estesa anche alla tutela del paesaggio e dei monumenti, con il controllo di 54 aree terrestri e marine vincolate e il deferimento di 17 soggetti per reati ambientali. In totale, sono stati effettuati 128 controlli presso esercizi antiquariali, mercati e fiere, con il recupero di 11.216 beni, tra cui documenti archivistici e bibliografici, sculture, dipinti, armi antiche e oggetti di pregio.

Operazioni investigative di rilievo

Particolarmente significative le operazioni investigative condotte. Tra queste spicca l’“Operazione San Gennaro”, che ha portato alla scoperta, nel sottosuolo di Napoli, di una rete di cunicoli abusivi dove è emersa una chiesa paleocristiana affrescata, risalente al X-XI secolo, sconosciuta alla comunità scientifica. L’indagine “Consilinum”, invece, ha portato al sequestro di un’area privata a Padula dove, durante lavori edili, è riaffiorata una necropoli del IV-V secolo a.C. con tombe a fossa e a cappuccina, da cui sono stati recuperati 150 reperti per un valore commerciale stimato in 500.000 euro. Non meno rilevante l’operazione “Costiera Violata”, condotta lungo le coste amalfitana e cilentana, che ha portato al sequestro di strutture ricettive per un valore di 55 milioni di euro, accusate di lottizzazione abusiva e violazioni paesaggistiche.

Restituzioni e cooperazione internazionale

Nel contesto dell’attività “Bella Napoli”, si è proceduto allo sgombero della canonica della Chiesa di San Biagio ai Taffettanari, nel centro storico del capoluogo campano, da tempo occupata abusivamente da soggetti vicini alla criminalità organizzata, che ne avevano compromesso l’integrità architettonica. Il 30 settembre, infine, grazie all’attività di monitoraggio digitale, è stato individuato a Brescia e sequestrato un dipinto raffigurante Vittorio Emanuele III, dell’artista Achille Talarico, trafugato nel 1999 e restituito con cerimonia ufficiale alla Città Metropolitana di Napoli, insieme a un altro dipinto, L’Oracolo di Delfi di Camillo Miola, recuperato negli Stati Uniti.

Infine, sul fronte internazionale, sono attualmente in corso attività di cooperazione giudiziaria con vari Paesi per il recupero e rimpatrio di beni archeologici esportati illegalmente in passato. Tra questi vi è una lesena marmorea asportata negli anni Settanta dal Parco archeologico di Pompei, oggi localizzata all’estero e oggetto di richiesta ufficiale di restituzione.

Conclusioni

Il bilancio operativo del 2024 del Nucleo TPC di Napoli rappresenta non solo un segnale importante nel contrasto ai reati contro il patrimonio culturale, ma anche un modello di eccellenza a livello nazionale e internazionale. Un’azione costante, capillare e altamente specializzata che restituisce valore, identità e memoria alle comunità locali e alla Nazione intera.

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