Un piano strategico monco
Il Masterplan dell’Agro, ambizioso strumento di pianificazione territoriale per il rilancio del comprensorio, si presenta oggi come un documento incompleto. Tra le tante azioni previste, manca una voce essenziale per un territorio che guarda al futuro: la mobilità sostenibile su due ruote. Nessuna pista ciclabile, nessun tracciato dedicato, nessun cenno alla sicurezza dei ciclisti, nonostante una presenza sempre più significativa sulle strade del territorio.
Ciclisti invisibili nel documento più importante
Ogni giorno, decine di cittadini utilizzano la bicicletta per svago, sport o piccoli spostamenti quotidiani. Eppure, nei programmi delineati dalla Conferenza dei Sindaci dell’Agro, non c’è traccia di un progetto organico per tutelare chi pedala. I ciclisti, di fatto, restano invisibili: ignorati dal documento che dovrebbe pianificare i prossimi anni di sviluppo del territorio.
La città che non pedala
Il problema, si dirà, è la forte urbanizzazione. In effetti, l’Agro è un territorio densamente edificato, complesso, attraversato da arterie trafficate, con pochi spazi liberi da riqualificare. Ma proprio per questo servirebbe una visione, una progettualità capace di ragionare in maniera modulare: mettere in sicurezza tratti periferici, creare connessioni ciclabili tra comuni vicini, sfruttare le aree agricole e i bordi fluviali.
Studi mai resi pubblici
Ci si chiede: sono stati fatti studi? Esistono rilievi o analisi tecniche sui flussi ciclistici? Quali valutazioni ha prodotto la Conferenza dei Sindaci per decidere di escludere le piste ciclabili dal Masterplan? Domande rimaste finora senza risposta, anche perché nessuna fase partecipativa pubblica ha coinvolto le associazioni ciclistiche, i comitati o gli utenti diretti della bicicletta.
Un’occasione persa
L’infrastruttura ciclabile è uno strumento di civiltà. Non serve solo a chi fa sport, ma riduce traffico, inquinamento, sedentarietà, migliora la qualità urbana e restituisce sicurezza ai cittadini. Lasciare fuori la bicicletta dal più grande piano strategico dell’Agro significa perdere un’occasione preziosa per ripensare il territorio in chiave più sostenibile, più moderna, più inclusiva.
La necessità di un ripensamento
Chi si presume di progettare il futuro non può più ignorare chi pedala. Servono investimenti, ma anche scelte politiche coraggiose, in grado di scardinare un’idea obsoleta di mobilità. L’Agro può diventare un territorio ciclabile, ma solo se si comincia a concepirlo come tale. Altrimenti, il Masterplan rischia di essere solo l’ennesimo documento scritto per restare l’ennesimo aborto.
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