L’affondo del governatore: «Non torneremo nella palude burocratica»
«Faremo di tutto per impedire che la Campania torni a essere una palude burocratica. E vi chiediamo di accompagnarci in questa battaglia». Con queste parole Vincenzo De Luca, riportate da “Il Mattino”, si è rivolto ieri agli imprenditori presenti a Città della Scienza, a Napoli, durante l’evento itinerante “Industria Felix”, dedicato alle eccellenze imprenditoriali italiane.
L’intervento, più che celebrativo, è apparso subito come un lancio politico in vista delle elezioni regionali del 2025. Il governatore, sempre più deciso a smarcarsi dal centrosinistra tradizionale, sembra puntare alla creazione di un terzo polo campano, con nomi come l’assessora Lucia Fortini o il vicepresidente Fulvio Bonavitacola in corsa per la candidatura alla presidenza. De Luca, invece, si candiderebbe come capolista consigliere, mantenendo un ruolo politico di primo piano.
Il distacco dai temi del Partito Democratico si è visto anche sulla questione referendaria (dove ha annunciato che voterà, pur con perplessità su alcuni quesiti) e sul salario minimo, misura simbolo del Pd targato Elly Schlein. «Rischia di essere un boomerang», ha detto De Luca, criticando l’effetto dissuasivo sugli apprendistati e i contratti collettivi. Ha poi denunciato un sistema nazionale che «punisce chi porta risultati» e premia invece chi «è ciuccio e fa pubbliche relazioni». L’attacco si è esteso anche al suo stesso partito: «A Roma ragionano sulle Regioni come fossero merce di scambio».
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