Sacchetti neri simbolo del degrado
Mettere al bando i sacchetti neri sarebbe un primo gesto concreto per ripristinare un minimo di civiltà urbana. Quei sacchi scuri, anonimi, sono diventati ormai la via di fuga per chi non vuole rispettare le regole della raccolta differenziata. Ad Angri, in un passato recente comune modello per la raccolta avviata nel lontano dicembre 2001, si è assistito negli ultimi mesi a una preoccupante regressione. Le strade si sono riempite di rifiuti di ogni tipo, e qualcosa, evidentemente, si è rotto.
Differenziata in crisi: inciviltà e inefficienze
Due gli elementi principali che caratterizzano questa emergenza: da un lato l’assenza di senso civico di una parte della popolazione, che ha forse smesso di rispettare le regole; dall’altro un ingranaggio amministrativo inceppato. A nulla è servita la “rivoluzione del calendario” della raccolta: i rifiuti restano a terra per giorni, plastica, carta e cartoni compresi, segno che qualcosa non sta funzionando nei meccanismi di raccolta. La responsabilità, oltre che dei cittadini incivili, è anche nella gestione dell’azienda speciale Angri Eco Servizi, nelle unità operative complesse e nella catena di comando comunale, guidata dal sindaco Cosimo Ferraioli.
Serve controllo e responsabilità
Il possibile bando dei sacchetti neri certo non risolverà da solo il problema, ma potrebbe arginare la deriva in atto. Servono più controlli, l’uso efficace della videosorveglianza e delle foto trappole, per colpire chi continua a gettare rifiuti illegalmente. Non è escluso, infatti, che tra chi scarica per strada non ci siano solo cittadini angresi. È urgente ripristinare le regole e rimettere in ordine una macchina comunale apparsa in balia di se stessa, segnata anche da seri contrasti tra dirigenti. Ora la città si affida alla lucidità e al coraggio del sindaco Ferraioli: serve un intervento deciso per ridare dignità a un territorio che merita non merita tali scempi e maleducazione.
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