Fine dell’anno scolastico, inizio della disoccupazione
Nel Salernitano l’estate inizia con la fine dei contratti per migliaia di lavoratori della scuola. A partire dall’8 giugno circa 7mila tra docenti, collaboratori scolastici e assistenti amministrativi resteranno fuori dal sistema scolastico, dopo aver garantito per mesi la regolarità delle attività didattiche. Il fenomeno, esteso a tutta la Campania, coinvolge almeno 20mila persone, come scrive “Il Mattino”.
I numeri della precarietà
I numeri nel territorio provinciale confermano la portata della situazione: 2.480 docenti nominati da graduatorie provinciali per le supplenze (di cui 1.220 sul sostegno), circa 3mila supplenti brevi e centinaia di Ata con contratto a tempo determinato. Tutti con scadenza fissata entro i primi giorni di giugno.
Un sistema instabile e ciclico
A fronte di una funzione essenziale svolta da questo personale nel corso dell’anno scolastico, la gestione del lavoro resta caratterizzata da una forte discontinuità. L’unico supporto economico previsto è la Naspi, l’indennità di disoccupazione dell’Inps, che garantisce un sostegno parziale e temporaneo.
Crescita dei contratti a termine
Secondo i dati diffusi dalla Uil Scuola, tra il 2015 e il 2024 i docenti precari di lungo periodo nel Salernitano sono passati da 902 a 2.463, con un incremento del 34,49%. La percentuale complessiva di personale scolastico a tempo determinato è cresciuta in modo costante, trasformando quella che era una flessibilità fisiologica in una condizione strutturale di precarietà.
Effetti sul sistema e sulle famiglie
Le conseguenze toccano non solo i lavoratori, ma anche la qualità del sistema scolastico: ogni anno, a settembre, le cattedre scoperte e l’assenza di continuità didattica pongono gravi criticità agli istituti e alle famiglie. Il tema della stabilizzazione resta al centro del dibattito sulle politiche scolastiche, ma ancora privo di risposte concrete.
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