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Forno Crematorio. Il Tar dà parzialmente ragione a Sant’Egidio

Accolte le ragioni del Comune sul progetto di forno crematorio. Il TAR annulla criteri regionali, la Regione non impugna.

Il TAR accoglie parzialmente il ricorso di Sant’Egidio

La Regione Campania ha scelto di accogliere la recente decisione del Tribunale Amministrativo della Campania, che ha parzialmente annullato le norme adottate per regolare la costruzione dei forni crematori da parte dei comuni. La sentenza, pubblicata lo scorso 23 maggio, è il risultato di un lungo contenzioso che ha visto contrapposti, da un lato, la Regione e, dall’altro, il Comune di Sant’Egidio del Monte Albino e un consorzio privato impegnato nella realizzazione di un impianto crematorio nel cimitero sangiliano, al confine con la città di Pagani. La vicenda trae origine da un piano regionale approvato nel 2023 e ratificato nel 2024, che introduceva nuovi criteri e limiti per la concessione delle autorizzazioni alla costruzione dei crematori. Tali misure, secondo alcuni enti locali, limitavano eccessivamente le prerogative comunali.

La Regione non impugna la sentenza del TAR

Il Comune di Sant’Egidio del Monte Albino ha contestato in particolare i criteri di distribuzione territoriale degli impianti definiti dalla Regione Campania, ritenendoli penalizzanti e non coerenti con le reali esigenze del territorio. Il progetto del forno crematorio, sostenuto da un partenariato tra l’amministrazione comunale e un soggetto privato, aveva già attraversato fasi alterne, tra pareri tecnici, autorizzazioni preliminari e una crescente opposizione da parte di un comitato locale. Con l’adozione del piano, la Regione aveva bloccato la procedura, sostenendo la necessità di un coordinamento regionale per evitare una proliferazione disorganica degli impianti, attraverso un quadro normativo unitario basato su criteri ambientali, urbanistici e demografici. Il TAR, dopo aver esaminato i ricorsi, ha ritenuto fondate alcune delle contestazioni, annullando in parte le decisioni regionali. Allo stesso tempo, il tribunale ha rigettato alcuni motivi aggiunti, confermando però il nucleo centrale delle doglianze dei ricorrenti. Dopo aver valutato la sentenza e sentito i propri legali, la Regione ha scelto di non impugnarla, evitando così un ulteriore contenzioso davanti al Consiglio di Stato.

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Alfonso Romano
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