Un laboratorio dove la memoria si impasta con la vita
In un piccolo laboratorio di cucina, tra profumi familiari e gesti semplici, si è compiuto un esercizio di memoria e speranza. A Pagani, ragazze e ragazzi autistici hanno impastato storie e ingredienti, seguendo le ricette di Antonio Esposito Ferraioli, il cuoco sindacalista ucciso dalla camorra nel 1978.
Il progetto, promosso dall’associazione Autismo e Aba, ha coinvolto per mesi i giovani, affiancati dai loro tutor in un percorso di inclusione dove la cucina è diventata strumento di crescita, autonomia e consapevolezza. Ma l’ultima tappa ha avuto un sapore speciale: ai fornelli non solo tecnica e dedizione, ma anche impegno civile, grazie alla collaborazione con Libera, che ha rilanciato la richiesta di verità per Tonino e per le troppe vittime innocenti delle mafie ancora senza giustizia.
Quando la cucina diventa testimonianza
“I sapori della legalità” non sono rimasti solo in padella o nei piatti condivisi: ma sono diventati un messaggio, un filo che lega passato e presente, impegno civile e quotidianità. Durante il laboratorio, i ragazzi hanno potuto misurarsi con strumenti, tempi, ricette, ma soprattutto con una storia da ricordare.
Accanto a loro c’era Libera, l’associazione fondata da Don Luigi Ciotti che da anni si batte per la verità e la giustizia per le vittime innocenti delle mafie, l’80% delle quali, a oggi, non ha ancora ottenuto verità giudiziaria.
Le voci della giornata
Durante l’evento si sono intrecciati le testimonianze di alcuni dei protagonisti: quella di Mario Esposito Ferraioli, fratello di Tonino, che continua a portare avanti la memoria del fratello con discrezione e fermezza; quella di Marco Cercola, vicepresidente dell’associazione Autismo e Aba, che ha sottolineato l’importanza del lavoro educativo nella quotidianità dei ragazzi; e infine quella di Riccardo Christian Falcone, referente provinciale di Libera Salerno, che ha ribadito la necessità di costruire comunità solidali dove la memoria non sia cerimonia, ma scelta concreta.
Editoriale. Welfare: un futuro inclusivo che vada oltre le normative