Il giorno della prova
È arrivato il giorno degli esami di maturità per milioni di giovani italiani. Questa mattina, davanti ai cancelli delle scuole, si legge sui volti dei ragazzi una tensione familiare, ma anche una maggiore consapevolezza rispetto al passato. L’esame, nel tempo, è diventato una prova più guidata, meno spigolosa, ma non per questo meno significativa. Rappresenta un primo vero bivio: da una parte l’università, dall’altra il mondo del lavoro. Due strade diverse che richiedono una prima vera scelta, ancora acerba ma già decisiva.
Cos’è davvero la “maturità”
L’esame di maturità va oltre il concetto della “valutazione scolastica”, ma è anche un parametro e un occasione per misurare la crescita personale, la coscienza critica e la capacità di fare sintesi tra formazione culturale generale e indirizzo tecnico o liceale scelto nell’adolescenza. La scuola, in questo senso, è molto più che un luogo di apprendimento: è diventata nel tempo una casa, una polo educativo che dovrebbe orientare anche chi, da domani, dovrà fare i conti con la complessità dell’età adulta.
Il paradosso della scuola come ammortizzatore
Per tanti giovani, oggi, la scuola resta anche l’unico orizzonte possibile, perché le alternative occupazionali sono confuse. Non a caso, molti scelgono di rientrare nel sistema scolastico anche dopo l’esame, attraverso percorsi più “semplificati”, agevolati da regole di accesso modificate nel tempo con evidenti pressioni esterne di Università e Sindacati. È qui che la scuola mostra la sua ambivalenza: da una parte luogo di crescita, dall’altra ammortizzatore sociale, dove anche l’organico è spesso composto da personale senza reali skill, se non quelli dell’insegnamento di base o dei servizi di supporto.
Una selezione che non seleziona
Sebbene la scuola abbia conosciuto innovazioni, resta il sospetto che la selezione avvenga sempre meno su base meritocratica. In alcuni casi, è sufficiente disporre di agi economici per avere un accesso preferenziale a diplomi o percorsi universitari. Una deriva pericolosa, che svuota la maturità del suo significato originario. L’esame di oggi deve spingere non solo i ragazzi a riflettere su se stessi, ma anche la scuola a interrogarsi sul suo ruolo reale: agenzia educativa ma anche specchio delle contraddizioni di un Paese che troppo spesso lascia i suoi giovani senza vere risposte.
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