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Angri, il manto rosso della devozione di San Giovanni Battista Patrono (video)

Angri. San Giovanni attraversa ancora una volta la sua città, tra memoria, protezione e una comunità che cambia ma resta fedele.

Il rito che unisce la città

Poche immagini bastano a raccontare l’intensità di tre giorni vissuti con il cuore. Angri si è fermata, ancora una volta, davanti al suo santo dal manto rosso. Così lo immagina la comunità cittadina, così lo tramanda da secoli, preservandone la figura attraverso le generazioni. Un manto forse cucito e ricamato, nella notte dei tempi, a mano da donne raccolte in preghiera, la sera, nella Collegiata Battistina. Là dove si ascoltavano le omelie e si leggeva il Vangelo, anche a costo di non comprenderlo del tutto, ma con la fede semplice e profonda di chi affida la vita a qualcosa di più grande.

Fede semplice e profonda. Il mutamento e l’attesa

San Giovanni resta un riferimento incrollabile. Riletto, reinterpretato, declinato nel tempo, continua a rappresentare una presenza forte, protettrice, quasi a voler stendere una sola mano sulla città per metterla al sicuro. La sua immagine resiste nel tempo e nel cambiamento. Angri si trasforma, si muove, si evolve: un organismo vivo che si sposta lungo i reticoli del traffico, nei gesti dei cittadini, nei volti dei bambini e negli occhi degli anziani. Eppure lui è lì, in silenzio, nella sua teca, ad aspettare ogni anno il momento di tornare in cammino, di attraversare ancora una volta la sua città, che muta, ma non dimentica.

Un’identità che resiste

Una festa, quella di San Giovanni, che è più di un evento religioso: è rito collettivo, memoria viva, appartenenza che si rinnova.

Emergenza rifiuti e gabbiani, Angri stretta nella morsa

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Luciano Verdoliva
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