Una stagione incerta, una figura limpida
La morte di Franco Caso, ex sindaco socialista di Nocera Inferiore, riporta alla memoria una stagione di passaggio cruciale per la vita politica italiana. La sua esperienza amministrativa, durata dal 4 maggio 1992 all’11 febbraio 1993, fu immersa nel cuore della crisi morale e istituzionale che investì l’intero Paese: quella di Tangentopoli, dell’inchiesta “Mani Pulite”, del crollo della Prima Repubblica.
In un tempo in cui la fiducia nei partiti si sgretolava, e ogni giorno portava alla luce storture, privilegi, distorsioni del potere, Franco Caso rappresentava l’eccezione: una figura sobria, discreta, priva di clamori e ambizioni personali, che continuò a credere che la politica fosse ancora servizio, misura e rigore morale.
Un’eredità costruita nell’ascolto
Già assessore alla Pubblica Istruzione nella giunta D’Angelo, si era fatto apprezzare per il suo approccio concreto e rigoroso, lontano dai riflettori. Fu proprio lui a promuovere con determinazione la realizzazione della scuola Catello Ferreri a Piedimonte, opera che testimoniava una visione alta della pubblica amministrazione: servire il territorio attraverso l’istruzione, la crescita culturale e la cura dei più giovani.
Eletto sindaco in un tempo di fragilità collettiva, non si aggrappò mai alla poltrona. Quando i venti di sfiducia si fecero insostenibili, scelse con dignità di non proseguire l’impegno politico, abbandonando la scena pubblica per tornare al suo lavoro di docente di lingua inglese. Una scelta silenziosa, ma carica di significato. In anni in cui molti cercavano di salvare posizioni personali, lui si fece da parte, per rispetto verso la città e verso la propria coscienza.
Una sobrietà che fa scuola
Negli anni successivi si impegnò nel settore imprenditoriale, mantenendo lo stesso profilo basso e rigoroso. Mai un’intervista, mai una polemica, mai una parola spesa per rivendicare ruoli o meriti. La sua presenza fu quella di un cittadino che non ha bisogno di simboli per continuare a partecipare, in altro modo, alla vita collettiva.
Il ricordo di Manlio Torquato
Anche Manlio Torquato, ex sindaco di Nocera Inferiore lo ricorda come «Un uomo di altri tempi, onesto, misurato, sobrio. Ha servito la città con dignità e discrezione. Un esempio silenzioso ma profondo per chiunque si accosti alla cosa pubblica». Parole che restituiscono con sobrietà l’essenza di una figura che non ha mai cercato titoli, ma che ha lasciato un’eredità fatta di stile, misura e dedizione.
Un testimone di un tempo che va riscoperto
In un presente in cui la politica rischia spesso di perdere il senso della realtà e del limite, Franco Caso appare come un riferimento prezioso, un “testimone del limite”, uno di quegli uomini che non temevano di perdere il potere, ma temevano di perdere sé stessi.
Alla sua famiglia e a tutti coloro che ne hanno conosciuto – discreto, ma fermo – va il saluto commosso di una città che oggi ha bisogno più che mai di memorie giuste per ritrovare una sana direzione, arrivare a un bivio. E di uomini come lui, che preferivano il silenzio alle luci della ribalta, ma che hanno costruito la propria credibilità nell’unico modo possibile: vivendo con coerenza.
Lo Stretto di Messina attraversato da un uomo chiamato Paolo (video)