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Il Pnrr a un anno dalla scadenza: Terzo Settore, tra luci e ombre

Pubblicata la terza edizione del report civico sul Pnrr: coinvolgimento del Terzo Settore ancora limitato, nonostante il valore strategico.

Un nuovo bilancio a un anno dalla fine

A poco più di dodici mesi dalla scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), Openpolis, in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo Settore, pubblica la terza edizione del Rapporto civico di monitoraggio. Uno strumento prezioso per fare il punto su uno dei processi più ambiziosi mai intrapresi dal Paese in ambito di politiche pubbliche, con un focus particolare sul coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore (Ets).

Al centro del dossier, oltre all’aggiornamento sui progetti finanziati, c’è un’analisi puntuale dell’impatto sociale del piano, della trasparenza nella gestione delle risorse e dell’effettiva capacità trasformativa delle misure adottate.

I dati: molti progetti, poca chiarezza

Oggi sono disponibili informazioni di dettaglio su oltre 284mila progetti, per un valore complessivo di circa 172 miliardi di euro. Tuttavia, per 25 misure – pari a 32,6 miliardi – non esistono dati pubblici sui progetti finanziati. In alcuni casi, scrive Openpolis, le risorse non sono ancora state assegnate; in altri, la mancata trasparenza evidenzia una debolezza sistemica nella gestione informativa.

Geograficamente, la Lombardia guida con 42.561 interventi, seguita da Campania, Veneto e Piemonte. La clausola del 40% per il Mezzogiorno è formalmente rispettata (quota attuale: 39,8%), ma permangono grandi disomogeneità tra misura e misura, e difficoltà progettuali da parte di numerosi enti meridionali.

Lo stato dei pagamenti: sotto il 50% ovunque

Un’importante novità di questa edizione è la presenza dei dati sui pagamenti effettuati per ogni singolo progetto. Tuttavia, sono emerse anomalie nei dati, con oltre 4.900 progetti che mostrano somme erogate superiori al valore complessivo finanziato. Le regioni più virtuose nei pagamenti sono il Veneto (35%), il Trentino-Alto Adige (29%), e la Lombardia (24%). Campania, Calabria e Molise si attestano tra il 13% e il 18%, evidenziando un ritardo significativo nell’avanzamento finanziario.

Il ruolo ancora marginale del Terzo Settore

A fronte delle sfide aperte, il coinvolgimento del Terzo Settore appare ancora insufficiente. Gli Ets risultano coinvolti, in varie forme, in 4.491 progetti, per un valore complessivo di 3,12 miliardi di euro. Tuttavia, non è chiaro quante risorse siano effettivamente arrivate alle casse degli enti, a causa della mancanza di dati disaggregati.

La co – progettazione, strumento chiave per un partenariato efficace, è stata applicata in solo 173 interventi, con un valore complessivo di circa 213 milioni di euro. La maggior parte riguarda ambiti come l’accoglienza dei senza fissa dimora, la disabilità e le persone vulnerabili.

Una governance da ripensare

Anche la Corte dei Conti, nella sua ultima relazione, ha evidenziato molte delle stesse criticità: spesa dimezzata rispetto alle previsioni, iter procedurali rallentati, difficoltà di coordinamento istituzionale e scarsa qualità nel monitoraggio. Le missioni più in difficoltà sono proprio quelle relative a inclusione sociale e salute, ossia quelle dove gli Ets avrebbero potuto contribuire maggiormente.

Tra luglio 2023 e maggio 2025, sono state formalizzate cinque revisioni del Pnrr, e una sesta è in via di definizione. L’inserimento del REPowerEU e lo spostamento di risorse hanno modificato l’architettura originaria del piano, imponendo un ribilanciamento degli obiettivi e dei soggetti coinvolti.

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Luciano Verdoliva
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