La tosse come linguaggio dell’anima
Cosa accade quando un sintomo fisico diventa metafora esistenziale, compagna di viaggio e insieme nemica silenziosa? In questo nuovo e intenso romanzo, Angela Giordano ci conduce in un percorso narrativo inedito e profondo, scegliendo la tosse – sì, proprio quel gesto involontario, disturbante, ripetitivo – come centro gravitazionale di una narrazione che tocca corde intime, sociali e persino spirituali.
Una narrazione febbrile e luminosa
Il protagonista, di cui non conosciamo il nome, è un uomo che convive con la tosse sin da bambino. Ma ciò che potrebbe sembrare una premessa patologica si trasforma, grazie alla penna affilata e visionaria dell’autrice, in un cammino di consapevolezza. La tosse non è più solo un disturbo respiratorio, ma diventa un linguaggio alternativo, un modo per comunicare ciò che le parole non riescono a dire, un riflesso del disagio e al tempo stesso una forma di autodifesa, di sabotaggio, di resistenza.
La struttura del romanzo si snoda attraverso episodi della vita del protagonista – l’infanzia segnata dall’incomprensione, la difficile ascesa come pianista, la genitorialità inaspettata, una storia d’amore assoluta e fuori dagli schemi, la solitudine della pandemia, fino a un incontro con il Papa che assume i tratti della parabola grottesca. Ogni tappa è narrata con uno sguardo ironico ma mai cinico, dolente ma mai patetico. Angela Giordano riesce nel raro compito di farci ridere mentre stiamo per commuoverci, e di farci riflettere senza appesantire mai il passo della lettura.

La voce narrante è fluida, musicale, a tratti frammentata come il respiro stesso del protagonista. Il romanzo alterna registri, mescolando autobiografia immaginaria, saggio filosofico, satira sociale e confessione intima con una libertà stilistica che sorprende e avvince. La tosse diventa strumento narrativo, ritmo interno al testo, battito sincopato che guida il lettore in un crescendo emotivo.
Ma soprattutto, “la tosse” diventa metafora della fragilità umana, di quel qualcosa che ci limita e ci definisce allo stesso tempo. Un gesto involontario che ci espone, che ci fa sentire fuori posto, ma che può anche diventare voce, identità, presenza. In un mondo che tende a reprimere il disagio e ad anestetizzare il dolore, il protagonista di questo romanzo lo abita, lo accoglie, lo trasforma. E così facendo ci regala una verità scomoda ma autentica: a volte il nostro limite è la nostra salvezza.
Una prova letteraria di maturità
Angela Giordano firma una storia che lascia il segno, che scuote e accarezza, che ci ricorda quanto il corpo sia spesso il veicolo più fedele dei nostri traumi e delle nostre speranze. Il lettore, inevitabilmente, finisce per tossire insieme al protagonista: non solo per empatia, ma perché ogni colpo di tosse letteraria risveglia una parte nascosta della nostra coscienza.
Un romanzo necessario, destabilizzante, liberatorio. Una prova di scrittura potente e matura, capace di far vibrare corde profonde senza mai cedere alla retorica. Un libro che – proprio come la tosse – non si dimentica facilmente.