«E luce fu». Una cura rivoluzionaria in Campania
Napoli. Un paziente italiano affetto da retinite pigmentosa di tipo Usher 1B, una patologia genetica degenerativa e incurabile che comporta cecità progressiva e sordità, è il primo al mondo a beneficiare di una nuova terapia genica che gli ha restituito la vista. L’intervento, condotto un anno fa a Napoli, ha prodotto risultati che superano ogni aspettativa, segnando un punto di svolta nella medicina oftalmica.
Il cuore della ricerca è a Pozzuoli
Il protocollo terapeutico, come scrive “Il Mattino” è stato messo a punto presso il Tigem – Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli, diretto da Alberto Auricchio, con il contributo clinico della Clinica Oculistica dell’Università Vanvitelli sotto la guida della professoressa Francesca Simonelli. La terapia è il frutto di anni di ricerca scientifica avanzata nel campo delle malattie rare.
Una strategia senza precedenti
La vera innovazione risiede nell’approccio genetico: per superare i limiti tradizionali dei vettori virali, i ricercatori hanno suddiviso il gene sano da trasferire nella retina in due segmenti separati, ciascuno veicolato da un virus diverso. Una volta nelle cellule, i due frammenti si sono autoassemblati ricreando il gene integro, capace di produrre la proteina mancante.
Otto pazienti già trattati
Il paziente operato è il primo caso di successo assoluto, ma la terapia è stata già applicata con esito positivo su altri sette italiani, tutti trattati a Napoli tra ottobre 2024 e aprile 2025. I dati preliminari indicano elevata tollerabilità, sicurezza e miglioramento visivo costante. Altri sette pazienti sono in attesa di trattamento nei prossimi mesi.
La Campania al centro della ricerca
Il risultato è stato presentato nella sede dell’Università Vanvitelli alla presenza del rettore Giovanni Francesco Nicoletti, del presidente della Regione Vincenzo De Luca e dei vertici del Ministero della Salute. La terapia è frutto anche dell’impegno istituzionale e finanziario che ha visto la Campania tra le regioni leader nella lotta alle malattie rare, con investimenti mirati alla valorizzazione degli IRCCS e al riequilibrio territoriale nel Mezzogiorno.