Sondaggi velenosi
Elezioni regionali in Campania. Un sondaggio di Emg Different, pubblicato venerdì scorso, avrebbe scatenato una reazione a catena all’interno del centrodestra campano. I dati – che vedono Matteo Piantedosi e Edmondo Cirielli al 21% di gradimento contro il magro 5% del commissario della Zes, Giosy Romano – alimentando sospetti e malumori. Nonostante la smentita di Piantedosi su una sua discesa in campo, la rilevazione ha smosso le acque. La Lega ha subito bollato il sondaggio come dannoso e destabilizzante, seguita da Forza Italia che, per bocca di Fulvio Martusciello, ne ha respinto l’attendibilità con fermezza: «Per noi quei sondaggi non valgono nulla».
Frizioni e accuse
L’attacco più diretto arriva da Gianpiero Zinzi, coordinatore regionale della Lega: «Basta caos, servono confronti franchi tra alleati». L’invito è rivolto a Cirielli, reo – secondo la Lega – di far circolare rilevazioni che creano più confusione che chiarezza. Il partito azzurro rilancia invece su Giosy Romano, considerato il candidato più sostenuto dalle forze civiche e politiche. In ballo restano anche i nomi di Matteo Lorito, rettore della Federico II, Giovanni Nicoletti, della Vanvitelli, e il prefetto Michele di Bari, che però ha già smentito qualsiasi candidatura. In quota politica, resiste il nome di Mara Carfagna.
La replica di Cirielli
L’unico a mantenere un profilo istituzionale è Edmondo Cirielli, che prova a spegnere le polemiche: «Inutile affannarsi sui nomi. Si deciderà a Roma». Ricorda il patto d’onore con Zinzi e Martusciello: sostenere chiunque fosse scelto dai vertici nazionali. Ma l’accordo sembra ora vacillare. L’esponente di Fratelli d’Italia lancia un appello all’unità, rispedendo al mittente ogni accusa di forzatura: «Io mi sono messo a disposizione per spirito di servizio». Poi affonda: «Meglio parlare dei disastri amministrativi del centrosinistra. Dieci anni di malgoverno tra fritture di pesce e trasformismi».
Programmi, non sondaggi
Il vero nodo resta l’assenza di un confronto programmatico. Cirielli invita il centrodestra a smettere di litigare per i nomi e ad avviare una vera conferenza sulle priorità della Campania: sanità, occupazione e trasporti. Ma con Meloni, Tajani e Salvini attesi insieme nelle Marche, l’impressione è che le scelte strategiche siano tutt’altro che definite. E il tempo inesorabilmente inizia a stringere.
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