Dalla civica al radicalismo
Cosimo Ferraioli, due volte sindaco di Angri, ha sempre costruito il suo profilo politico su un’identità civica, moderata, amministrativa. La recente nomina a commissario regionale di Democrazia Sovrana e Popolare (DSP), sigla di ispirazione post-sovranista, segna invece una traiettoria in netto contrasto con quel percorso. La distanza ideologica tra la dimensione amministrativa cittadina e il nuovo incarico è così ampia da apparire quasi paradossale.
Exit strategy in costruzione
Più che un semplice incarico di partito, la scelta sembra rivelare una precisa exit strategy. La partecipazione al dibattito nazionale, pur legata a una sigla marginale, rappresenta il segno di un allontanamento consapevole da Angri. Dopo dieci anni di governo, Ferraioli si muove su un nuovo binario politico, lasciando intuire la volontà di ricalibrare il proprio ruolo istituzionale verso scenari diversi, magari più romani che angresi.
Angri si allontana, Roma si avvicina
Il doppio livello – comunale e nazionale – oggi non dialoga più. Se da un lato la giunta vive i suoi ultimi mesi, dall’altro cresce l’attivismo in un contesto politico che non affonda radici nella realtà locale. Una contraddizione forse non casuale, ma funzionale a un riposizionamento personale: quando si è alla fine di un ciclo, guardare altrove diventa inevitabile. E ora Ferraioli guarda a Roma.
Sant’Egidio del Monte Albino. La Mura fa cassa: ecco la tassa di soggiorno