L’inquinamento da polistirolo in Campania resta grave, specie nei porti e durante le festività, richiedendo interventi e materiali alternativi.
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Un problema che riaffiora nelle festività
Campania emergenza ambiente. Durante periodi come Ferragosto e Natale, le strade di Napoli e di altre città costiere si riempiono di rifiuti in polistirolo. Cumuli di cassette vuote restano vicino alle pescherie e nei pressi dei porti, luoghi in cui il materiale, spesso trasportato dal vento o dalla pioggia, finisce direttamente in mare. Qui inizia un processo di frammentazione che trasforma il polistirolo in milioni di microplastiche, con gravi danni all’ambiente e alla fauna marina.
L’impatto sulle coste e sui pescatori
Nei porti e sulle spiagge frequentate dai piccoli pescatori, l’uso di cassette monouso in polistirene espanso resta ancora diffuso. Questo materiale, se disperso nell’ambiente, rilascia sostanze chimiche che possono accumularsi negli organismi marini, contaminando la catena alimentare. Con circa 14.000 cassette monouso immesse ogni anno, l’Italia detiene un primato europeo, ma il tasso di riciclo rimane minimo.
La strada verso materiali alternativi
Per affrontare l’emergenza, si punta alla sostituzione delle cassette in polistirolo con soluzioni ecologiche e riutilizzabili. Parallelamente, occorre incentivare pratiche di pesca più sostenibili e sensibilizzare l’intera filiera, dai produttori ai consumatori, a ridurre l’uso di plastica. Una transizione necessaria non solo per la salvaguardia dell’ecosistema marino, ma anche per la protezione della salute umana, come indicato nei documenti della Regione Campania.













