Disagio sociale e disservizi: il cortocircuito estivo
Il caos di ieri alla sede centrale di Poste Italiane in piazza Matteotti e in diversi uffici della provincia di Napoli è solo l’ultimo capitolo di una crisi che unisce disagio sociale e disservizi strutturali. Secondo la Cgil e la Slc Cgil Napoli e Campania, non si tratta di episodi isolati ma della fotografia di una condizione cronica, resa più evidente da una giornata particolare: quella destinata al ritiro del bonus per i beneficiari dell’assegno di inclusione e dalla recente sostituzione delle tessere su cui viene accreditato il sussidio.
Le storie dietro le code
Ore di attesa sotto il sole, sportelli chiusi, personale ridotto e utenti esasperati. Tra le scene più forti, quella di una madre che, davanti a tutti, chiedeva disperatamente di entrare per ottenere i soldi necessari a comprare il cibo per il figlio disabile. È un’immagine che racconta meglio di qualunque statistica il volto della povertà urbana, dove i diritti sociali si trasformano in un percorso a ostacoli.
Lo sciopero e le sue ragioni
Dal 21 luglio al 19 agosto è in corso lo sciopero delle prestazioni straordinarie e aggiuntive dei dipendenti di Poste Italiane. Le motivazioni, spiegano i sindacati, riguardano le riorganizzazioni interne e il rifiuto dell’azienda di aprire un confronto sugli effetti sui lavoratori. In particolare, si contestano tagli nei Centri di Recapito e negli uffici postali che si traducono in un peggioramento del servizio e in un aumento insostenibile dei carichi di lavoro.
Il fenomeno oltre l’emergenza
Questi episodi non rappresentano solo un problema di gestione interna, ma segnalano un fenomeno più ampio: un’Italia in cui i sussidi diventano essenziali per la sopravvivenza quotidiana, e dove ogni intoppo burocratico si trasforma in una crisi personale. Le file davanti agli uffici postali non sono solo file: sono code di bisogno, di rabbia e di dignità messa alla prova.
Per approfondire la misura, è disponibile la pagina istituzionale dedicata all’assegno di inclusione.













