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Scafati, Aliberti domina e il centrodestra si perde in polemiche

Nel centrodestra scafatese manca convergenza: l’unico dominus resta Pasquale Aliberti, che incarna consenso ed empatia mentre gli avversari brancolano nel passato.

Il dominus incontrastato

In politica ci sono momenti in cui le parole contano meno dei numeri. A Scafati da tempo i numeri parlano chiaro: Pasquale Aliberti resta il dominus, il regista incontrastato della scena politica locale. Il sindaco governa non solo la macchina amministrativa, ma anche l’immaginario collettivo della città, con una forza comunicativa che nessun avversario riesce a scalfire.

Un centrodestra smarrito

Nel centrodestra, invece, regna lo smarrimento. A parte qualche post social del gruppo di Fratelli d’Italia e le dichiarazioni dell’ex presidente del consiglio comunale Mario Santocchio, non emerge alcuna figura capace di rappresentare, al momento, una reale alternativa. Il vuoto è evidente: critiche deboli, iniziative inconsistenti, assenza di un progetto politico.

L’ossimoro delle critiche

Le stoccate di Santocchio appaiono più come un obbligato esercizio di sopravvivenza politica. Criticare Aliberti per occupare uno spazio, (già ben fatto), che i vertici di Fratelli d’Italia vogliono vedere animato può sembrare utile a Roma, ma a Scafati suona come un ossimoro. A guidare la città prima di Aliberti c’erano proprio quelli che oggi muovono critiche: hanno governato per oltre tre anni senza lasciare tracce tangibili, se non qualche assunzione di piacere. Il pulpito, insomma, non è il più credibile.

La forza del consenso

Aliberti conosce bene il terreno che calca. Conosce la sua comunità, sa parlare il linguaggio dei suoi cittadini e gestisce con abilità la sua narrazione. Può essere discusso, criticato, perfino contestato, ma resta saldo perché ha costruito una relazione empatica con la città. I detrattori, invece, appaiono come sbiadite comparse che recitano un copione stanco e obbligato dai vertici, senza capacità di incidere.

Il vuoto dell’opposizione

Dal gruppo locale di Fratelli d’Italia non si registrano proposte concrete, ma solo dichiarazioni di facciata ed esercizi di scrittura creativa, da paginette. Nessun programma alternativo, nessuna visione di città, solo la necessità di far sentire una voce per dimostrare che qualcosa si muove. Una voce che però non trova consenso e ascolto né tra i cittadini né negli equilibri reali della politica scafatese.

Conclusione: il gioco è già scritto

In assenza di avversari credibili, Pasquale Aliberti resta autentico padrone del campo. È lui a dettare i tempi, a scrivere l’agenda politica, a guidare la narrazione. Gli altri restano figure comprimarie, confinati nel ruolo di gregari, incapaci di dare un minimo slancio. A Scafati, oggi, la politica è un monologo: quello del sindaco. Tiene il banco. Il resto è rumore.

Angri. Maltempo e allagamenti: e la papera non galleggia…

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Luciano Verdoliva
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