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Angri, corsa elettorale a fari spenti: i nomi in “griglia”

Angri al voto. Tra illusioni di novità, l’unico a correre con motore rodato pare sia Pasquale Mauri, ma non mancano gli avversari

La griglia che non convince

Ad Angri, la politica si prepara a una nuova volata elettorale. L’immagine della line up motoristica descrive bene l’attuale scenario: una griglia affollata, con aspiranti piloti che cercano di prendere posizione, più per l’effetto annuncio che per una seria concretezza.

Il veterano in pista

In questo plot di incertezze, c’è anche Pasquale Mauri. Ex sindaco, amministratore esperto, con radici profonde nella sua comunità, rappresenta per molti cittadini, nel bene e nel male, un riferimento e quello che ha conoscenza dei meccanismi della macchina amministrativa.

Le nuove leve e i rischi di improvvisazione

Accanto a Lui, emergono quindi altri nomi come la consigliera comunale di maggioranza  Carmelina Fattoruso, ribattezzata “Carmen”, che tenta di rappresentare la novità femminile anche se potrebbe caricare parte della “zavorra” dell’attuale amministrazione in modalità “riciclo”; oppure Marco De Simone del vivaio Mauri, ed Eugenio Lato, più giovani ma con percorsi ancora da consolidare e fragili.

Lato è forte di un consenso maturato nel 2020 e di un certo fiuto nel captare il malcontento crescente verso un’amministrazione comunale ormai alla cassa. Poi potrebbe affacciarsi sul loggione dei sogni anche Lui, l’espediente, il sempre evocato “Mister X”, il personaggio mitico capace – almeno nelle fantasie – di trasformare il degrado urbano in una favola che nemmeno Propp sarebbe in grado di codificare. Ma qui, più che di morfologia della fiaba, si rischia di scrivere un trattato di antropologia del disincanto. Da protocollo e da codificazione tribale si punta sul “nome nuovo” spesso non rodato come lo fu per Cosimo Ferraioli“Apparamm pe apparì”. 

Il nodo vero: mancano progetti

Pure questa volta si corre il rischio evidente che tutto possa concentrarsi e poi ridursi a slogan e promesse, a tempo determinato, mentre la città avrebbe bisogno di proposte serie e di lunga prospettiva: rifiuti, servizi, urbanistica, politiche sociali. Oggi molti si improvvisano “nuovi”, ma non tengono in conto che la politica si regge sui principi solidi fatti di conoscenza capillare del territorio, capacità di ascolto e la determinazione di soluzioni pratiche. Lo stomaco viene continuamente blandito, ma il cervello resta in panchina con conseguente parto della classe politica “concepita di un attimo di travolgente fervore”. 

L’illusione della novità

La vera costante è quindi il rischio dell’improvvisazione e del “last minute”. Si invocano nuove facce, ma non si forma una vera classe dirigente. Lo scriveva qualcuno: la politica dovrebbe formarsi osservando, partecipando, interagendo e risolvendo i problemi quotidiani. E invece qui si preferisce la scorciatoia dell’annuncio, della promessa a costo zero, della passerella improvvisata. «Bisogna conoscere i vasi comunicanti del territorio, essere osservatori partecipi», si ripete. Ma in realtà molti preferiscono riempirli di slogan, sperando che i cittadini li bevano come acqua di fonte.

Una città sospesa

Ad Angri, ma come altrove nel vicinato, il voto appare sempre più un fattore liquido, oscillante tra il desiderio di cambiamento e la paura di ricadere negli errori del passato. Ma una cosa sembra chiara: senza una guida salda, la città rischia di rimanere ferma al palo e perdere altre occasioni che Stato e Regione offrono da sempre.

La fenomenologia dell’improvvisazione

Il futuro di Angri non può essere affidato solo all’improvvisazione o alle illusioni del momento. La città merita competenza, serietà, continuità e coraggio di lungo termine. E se è vero che i tempi richiedono innovazione e cambiamento, è altrettanto appurato che senza fondamenta solide si rischia di costruire altri castelli di carta. L’auspicio iniziale di questo tempo è che non vinca solo la pancia, ma la testa. Oggi la città non ha bisogno di favole o illusioni, ma di concretezza e vivibilità. A settembre ne riparliamo…

Angri. Maltempo e allagamenti: e la papera non galleggia…

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Luciano Verdoliva
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