spot_img
spot_img

Leggi anche

Altro ancora

Pasticciaccio brutto dell’edilizia scolastica: il caso dell’IPSSEOA Pittoni di Pagani

Al suono della campanella il plesso Rea Pittoni è rimasto chiuso: Provincia incapace di gestione, alunni penalizzati dall’ennesimo disservizio.

Cancelli chiusi, alunni e docenti vaganti

All’Istituto Alberghiero IPSSEOA Pittoni di via De Gasperi a Pagani, un beffardo suono della campanella ha coinciso con un’amara sorpresa: i cancelli sono rimasti serrati. Il plesso sarebbe risultato inagibile per criticità strutturali improvvisamente emerse, lasciando centinaia di studenti e famiglie nel caos. Un disastro annunciato, ma puntualmente ignorato, che conferma come l’edilizia scolastica in provincia di Salerno sia ormai una polveriera.

Una Provincia allo sbando

La Provincia di Salerno, ridotta a un contenitore burocratico svuotato di competenze e risorse, non governa più l’edilizia scolastica. I pochi tecnici rimasti non riescono a garantire un censimento adeguato degli edifici, né a programmare interventi strutturali. Ne risulta un patrimonio immobiliare in gran parte obsoleto, con scuole di proprietà spesso fatiscenti e plessi in fitto che costano cifre spropositate per ospitare poche aule. Una gestione emergenziale e inefficiente che non risparmia nessuno: a pagare, sempre, sono docenti, personale ATA, studenti e famiglie.

Il ruolo dimenticato del Mim

Ma non meno trascurabile è il fronte ministeriale. Il Mim – Ministero dell’Istruzione e del Merito – da anni annuncia dimensionamenti e razionalizzazioni, senza mai affrontare il nodo vero: la qualità e la sostenibilità della classe docente e delle strutture scolastiche. A ciò si aggiunge la questione della classe dirigente: presidi costretti a guidare istituti accorpati, con territori e plessi diversi, senza strumenti reali per gestire il quadro complessivo. Gran parte dei dirigenti si trova così a fronteggiare problemi strutturali senza avere né contezza delle risorse né potere decisionale.

Un sistema inceppato

Una Provincia debole, Mim assente, dirigenti sovraccarichi: sembra non funzionare più nulla. Le istituzioni non governano, chi dovrebbe programmare si limita a rinviare, mentre i processi educativi naufragano nella confusione. L’immagine è quella di un sistema scolastico allo sbando, incapace di garantire persino l’apertura dei cancelli il primo giorno di scuola in certe realtà.

La resa dell’istruzione pubblica

Il caso del dell’IPSSEOA Pittoni di Pagani non è un episodio isolato, ma il simbolo di una crisi strutturale ben più ampia. L’istruzione pubblica rischia di diventare terreno di nessuno: la Provincia senza mezzi, il ministero privo di visione, i dirigenti senza forza. La scuola, che dovrebbe essere l’agenzia educativa, il motore di emancipazione e futuro, viene trasformata in un percorso a ostacoli in cui la precarietà è la regola e la normalità diventa  un’eccezione.

Domande senza risposta

La campanella ha suonato, ma all’IPSSEOA Pittoni le porte sono rimaste chiuse. E con esse, chiuso dentro è rimasto anche il diritto all’istruzione. La domanda, allora, è semplice e tagliente: chi si assumerà la responsabilità di questo ennesimo schiaffo alla comunità scolastica? E fino a quando dovremo assistere, rassegnati, al collasso di un sistema che sembra non avere più né regia né speranza?

Acqua e futuro, il Consorzio di Bonifica ridisegna l’agricoltura (video)

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img

Articoli popolari