Una rincorsa alle poltrone
Il 23 e 24 novembre non si voterà soltanto: si assisterà a un rito tutto italiano, quello della caccia alla poltrona. Nell’Agro nocerino sarnese, i cittadini dovranno scegliere consiglieri regionali che dovrebbero rappresentarli. Dovrebbero, appunto, il condizionale corre d’obbligo, visto che negli ultimi cinque anni di rappresentanza se n’è vista ben poca di concerta rappresentanza. Qualche foto sorridente, qualche post preconfezionato e tanta inutile propaganda farcita di parole e retorica: il resto, vuoto pneumatico.
Riempi lista e portatori d’acqua
Le candidature si moltiplicano, tra aspiranti alla gloria e professionisti del “ci metto la faccia, ma non troppo”. L’impressione è che molti corrano non per cambiare il destino del territorio, ma per garantire visibilità ai predestinati di sempre, uomini di servizio ma per usare un tono più gentile potremmo eufemisticamente definirli “pivot”. Una recita nota: i riempi lista si sacrificano, i portatori d’acqua zitti e buoni lavorano, e alla fine le poltrone finiscono ai soliti noti e al familismo amorale.
Un Agro sempre più malato
Eppure, i problemi non mancano. L’Agro è diventato un grande agglomerato caotico, con questioni ambientali e urbanistiche che richiedono risposte serie. Ma guai a sperare in una programmazione: qui si preferisce il linguaggio dell’annuncio, della promessa eterna e della foto con sorriso smagliante. Risultato: un territorio sempre più malato, che arranca senza una visione comune e reticolare.
L’illusione a tempo determinato
Il rischio è che anche questa tornata elettorale regali nuovi maestri dell’illusione, maghi e prestigiatori della politica e delle parole, “giocatori d’azzardo” pronti a sparire dopo lo spoglio. Agli elettori, dunque, resta l’ultima parola: decidere se continuare a delegare a chi ha scaldato le sedie o tentare un cambio vero. Ma, in una società liquida come ricordava Bauman, anche l’effetto “buonismo” dei candidati dura meno di una storia su Instagram. Buon voto a tutti. Usatelo con consapevolezza.
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