L’attacco alla trasparenza
Un accesso agli atti trasformato in un percorso a ostacoli. È quanto denuncia Francesco Carotenuto, consigliere comunale di opposizione di Scafati Arancione, che ha chiesto documenti sui controlli agli scarichi industriali. Per ottenerli, però, è stato preteso un parere del Responsabile della Protezione dei Dati (DPO), misura che Carotenuto giudica «singolare e paradossale», perché usata come freno alla trasparenza.
I dati emersi dai documenti
Nonostante le difficoltà, dal materiale acquisito secondo Carotenuto sarebbe emerso che da gennaio 2025 a oggi sono stati effettuati soltanto 14 controlli sulle aziende autorizzate a scaricare nei corpi idrici superficiali. «Un numero davvero esiguo – commenta Carotenuto – se rapportato al numero di attività che, in base alla normativa regionale, hanno titolo a effettuare tali scarichi».
Un sistema di controlli insufficiente
«Ritengo che 14 controlli in oltre otto mesi siano assolutamente insufficienti a garantire un’adeguata tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini», ha aggiunto il consigliere, sottolineando la gravità della situazione per un territorio già segnato da criticità ambientali.
Ostacoli ingiustificati
Carotenuto ha puntato il dito contro la scelta di richiedere il parere del DPO: «È paradossale che si invochino i “dati sensibili” per ostacolare un consigliere che esercita il suo diritto di vigilanza. Soprattutto quando dai documenti risulta che alcune industrie hanno superato i limiti di legge negli scarichi. Ho il diritto di sapere quali siano».
Il ruolo del consigliere
«Un consigliere comunale – ha ribadito – ha pieno diritto di accedere agli atti amministrativi per controllare l’attività dell’Ente. Parlare di dati sensibili in questo contesto appare solo un ostacolo ingiustificato al mio mandato istituzionale».
La richiesta di chiarezza
«La trasparenza non è un optional, ma un dovere – ha concluso Carotenuto –. I cittadini hanno diritto di sapere come vengono effettuati i controlli e quali risultati producono».
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