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Angri. Cosimo e il candidato X. Il dopo-Ferraioli: duri a mollare!

In debito di consenso, cerca disperatamente un successore “vergine” da contrapporre agli sfidanti storici. Ma il tempo stringe e i nodi restano.

Il sindaco e lo scettro

Undici anni, due mandati e un unico pensiero fisso: non mollare lo scettro. È il caso del sindaco di Angri, Cosimo Ferraioli, che vive questi mesi pre – elettorali come un imperatore in cerca dell’erede con il profilo perfetto. Il problema è che il trono da tempo traballa, il consenso scricchiola e l’aria di successione sa più di incondizionata resa che di continuità.

Il consenso evaporato

Ferraioli, oggi, è in forte debito di ossigeno politico. Il “rompete le righe” è già iniziato da tempo con la fuoriuscita del gruppo leghista, poi rifugiatosi in Noi Moderati, un approdo accolto con una freddezza che ha fatto venire i brividi anche a chi di entusiasmo non ne ha mai avuto. Un colpo che ha minato la già fragile compattezza della sua estemporanea maggioranza composta in tempo di Covid senza nessun criterio logico ma solo di numeri.

Il candidato X, lontano da tutti

Il sindaco consapevole che non può più essere lui il volto della prossima sfida, non riesce però a immaginare di lasciare campo libero. Così, il piano è semplice (si fa per dire): trovare un candidato X, meglio se distante anni luce da questo esecutivo che più che governare ha brillato per imbarazzi e immobilismo, forse anche volutamente alimentati per non sbilanciare equilibri troppo fragili. In altre parole, un nome “nuovo”, che non porti con sé tante delle zavorre di questa amministrazione, seppure il perno centrale resterebbe il casto della famiglia Sorrentino.

Gli sfidanti pronti al varco

Nel frattempo, gli oppositori si scaldano. Da Eugenio Lato a Pasquale Mauri, da Carmelina Fattoruso a Marco De Simone, la lista degli aspiranti al trono cresce e non attende altro che il passo falso del sindaco uscente. Una platea varia, che mette insieme vecchi volti e nuove ambizioni, pronta a trasformare le elezioni in una corrida elettorale.

Tra immobilismo e veti

Il paradosso è che Ferraioli, per difendere il proprio regno, si ritrova ostaggio del suo stesso governo: un esecutivo che ha prodotto più imbarazzi che risultati, più immobilismo che progetti lasciando una città tra l’incuria, la monnezza, l’insicurezza è una rivoluzione urbanistica discutibile. E ora lo stesso sindaco deve allontanarsene, pronto a rinnegare, per avere una possibilità di passare il testimone.

La partita a scacchi

Resta la domanda: riuscirà Cosimo Ferraioli a trovare il suo misterioso candidato X, quello capace di salvare l’eredità politica e mascherare la perdita di consenso? Oppure la città assisterà alla fine di un ciclo amministrativo già consumato, tra imbarazzi accumulati e un immobilismo che ha smesso da tempo di essere accidentale?

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Luciano Verdoliva
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