L’Agro sprofonda nell’isolamento mentre i sindaci tacciono
Uno dei drammi che vive il comprensorio agro è la continua interruzione della storica linea ferroviaria Napoli – Salerno, ormai oggetto di lavori senza interruzioni. Interventi certamente necessari, ma sottovalutati per le loro ricadute sociali: conseguenze pesantissime per lavoratori e studenti pendolari, costretti a dipendere da servizi sostitutivi su gomma “metropolitani” che accumulano ritardi lungo le trafficate strade dei paesi. Qui, dove muoversi su gomma è già una tragedia quotidiana, la ferrovia mutilata rappresenta l’ennesimo colpo inferto a una grande comunità lasciata sola dalle istituzioni.
Gomma e isolamento
Il trasporto su gomma, che dovrebbe sopperire alle interruzioni, si rivela un incubo: mezzi insufficienti, tempi dilatati, percorrenze esasperate. «Il bus sostitutivo da Torre Annunziata a Santa Maria La Bruna ci mette un’ora, ed è solo un tratto del percorso» scrive sui social l’attivista Emiddio Ventre, fotografando la quotidianità assurda di chi deve raggiungere Napoli per lavoro o studio.
La voce dei pendolari
«Ogni giorno una novità, oggi i tabelloni degli orari sono in tilt e la linea per Napoli è ancora chiusa. Nocera e l’Agro sono isolati dal mondo» aggiunge Ventre. Parole che si fanno eco di un malessere diffuso, ormai non più episodico ma abitudinario.
Sindaci senza rete
Gli amministratori locali, che dovrebbero farsi portavoce di una protesta unitaria, restano muti e divisi. «I nostri sindaci sembrano curare solo il proprio orticello politico, mentre i cittadini restano prigionieri di disagi infiniti» aggiunge caustico. Nessuna interlocuzione forte con Rete Ferroviaria Italiana o Trenitalia, nessun tavolo di crisi, nessuna rete istituzionale capace di difendere i cittadini.
L’Agro dimenticato
Quella che si consuma nell’Agro non è una semplice interruzione di linea, ma la fotografia di un fallimento collettivo: infrastrutture trascurate, città abbandonate, istituzioni e rappresentanti politici assenti. Se la ferrovia è il simbolo della modernità, qui è il segno più feroce di un passato che ritorna. E l’Agro, oggi, resta dimenticato e senza nessuno coincidenza per il futuro, alla faccia dell’alta velocità.