Una giornata attesa da mesi
Doveva essere una giornata di festa per i bambini e i ragazzi di Autismo e ABA ETS, accolti a Roma insieme a 77 famiglie per partecipare all’udienza pontificia. L’appuntamento, fissato inizialmente nell’Aula Paolo VI, è stato spostato senza preavviso in Piazza San Pietro, con i genitori che hanno dovuto affrontare code estenuanti e procedure caotiche per ottenere i posti assegnati.
I doni preparati dai ragazzi
Nonostante le difficoltà, le famiglie avevano curato nei minimi dettagli la visita. I ragazzi hanno portato in dono a Papa Francesco un quadro realizzato nel laboratorio “Art Aut”, biscotti prodotti in “Pasticciamo” e una stola preparata da tutte le famiglie. «Era importante per noi consegnare personalmente i lavori dei nostri figli, frutto di impegno e amore» hanno raccontato i genitori.
La delusione organizzativa
Al momento dell’ingresso in piazza, però, l’amara sorpresa: i posti assegnati erano stati occupati da un’altra associazione. Nonostante la comprensione di poliziotti e volontari, i gendarmi non hanno permesso l’accesso. «È stata una doccia fredda» spiega l’associazione, «abbiamo cercato di far capire le difficoltà che vivono i nostri ragazzi, ma ci siamo sentiti invisibili». Solo a fine udienza, grazie alla disponibilità delle Guardie Svizzere, è stato possibile far recapitare i doni al Pontefice.
La lezione dei ragazzi
In un contesto difficile, i giovani hanno mostrato maturità e compostezza. «La nostra più grande soddisfazione è che i ragazzi sono stati impeccabili, rispettosi, appropriati e adeguati in tutti i contesti» sottolineano da Autismo e ABA ETS. Una prova che il lavoro educativo e di inclusione sta dando frutti concreti.
L’impegno continua
L’associazione ribadisce che non si tratta di una polemica sterile ma di una riflessione: «L’autismo è spesso considerato una vetrina solo quando serve, mentre nella quotidianità i nostri figli restano nell’ombra. Per questo continueremo nella nostra lotta di sensibilizzazione: l’autismo è parte del mondo, non un mondo a parte».
L’auspicio finale resta comunque positivo: «Speriamo che al Santo Padre siano piaciuti i doni e chissà, magari un giorno potremo accoglierlo nella città di Sant’Alfonso per mostrargli altre creazioni dei nostri figli. Sognare non costa nulla».
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