Il nodo della rappresentanza
Nel Partito Democratico dell’Agro nocerino sarnese, la discussione sulle liste per le prossime regionali si è accesa attorno a un profilo femminile che, paradossalmente, rischia di indebolire il percorso verso una reale valorizzazione delle donne. La cosiddetta candidata X, cosi la chiamiamo per evitare diffide strumentali, lontana dal partito e priva di militanza, dopo la sua “auto candidatura” appare più come un riempitivo funzionale a equilibri interni di qualche furbo maschietto in cerca di numeri, che come un investimento politico.
Un curriculum fragile
I critici non si limitano a sottolineare la sua mancanza di radici. Puntano il dito contro un passato amministrativo poco brillante della candidata X: durante le sue deleghe, ancora valide, si è registrata l’assenza di visione per il commercio locale, disattenzione verso i giovani, scarsa incisività nelle politiche sociali. Elementi che pesano come macigni in un territorio complesso, dove la credibilità si costruisce con anni di lavoro e non con candidature improvvisate alimentate falsamente dai social.
L’ombra dei giochi maschili
Tra i corridoi democratici si mormora che la scelta potrebbe servire, in realtà, a garantire spazi a figure maschili più esperte, sfruttando la candidatura femminile come copertura. Un’operazione che molti leggono come una forzatura, se non un inganno politico. La militanza, ricordano gli osservatori, non si improvvisa: è un percorso di sudore, radicamento, battaglie quotidiane.
Politica o vetrina?
“La politica non è una vetrina, ma la più alta forma di responsabilità sociale”, ammoniva Aldo Moro. Nel caso del Pd agro nocerino sarnese, la differenza tra rappresentanza reale e maschere di cartone sembra oggi il vero discrimine.
Acqua e futuro, il Consorzio di Bonifica ridisegna l’agricoltura (video)