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Rampa autostradale a Sant’Egidio. Marrazzo rivendica la verità storica

L’ex primo cittadino chiarisce la genesi della scelta e difende le decisioni assunte dal consiglio comunale nel 2000.

Roberto Marrazzo respinge accuse di errori sul casello di Sant’Egidio, ricordando la decisione unanime del consiglio e il contesto progettuale.

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L’apertura della nuova rampa e le rivendicazioni politiche

L’inaugurazione della rampa autostradale dell’A3 in uscita a Sant’Egidio del Monte Albino, collegata al casello di Angri sud, ha visto la consueta presenza di rappresentanti istituzionali e figure politiche. L’opera, attesa da anni, è stata salutata come un passo avanti per la viabilità e lo sviluppo dell’Agro nocerino-sarnese. Ma, come spesso accade in questi casi, non sono mancate polemiche e rivendicazioni di merito.

L’intervento di Roberto Marrazzo

A intervenire con chiarezza è stato Roberto Marrazzo, sindaco di Sant’Egidio all’epoca della concezione del progetto, che nel suo “punto social” settimanale ha voluto ricostruire con precisione la vicenda. “Siamo contenti per l’apertura della rampa, è un’opera importante per l’Agro, in particolare per Nocera Inferiore, Angri e Sant’Egidio. Ritengo però – ha detto – che vada fatta chiarezza su un punto spesso travisato, anche dagli organi di stampa, oltreché da qualche esponente politico e da qualche cittadino che evidentemente non conosce bene la genesi di questa rampa autostradale. In particolare dello svincolo da Salerno è stato addebitato a scelte sbagliate: lo stesso sindaco Antonio La Mura ha parlato di un errore di valutazione da parte di precedenti amministratori. Il riferimento era chiaro a una scelta che fu compiuta durante il mio sindacato, ma è bene ribadire che non si trattò di un passo falso, bensì di una decisione collegiale e motivata”.

E ancora dice Marrazzo: “La scelta di non localizzare il casello autostradale nel nostro Comune non fu un errore né una leggerezza, ma una decisione ragionata e unanime”.

La delibera del 2000 e la scelta del consiglio comunale

Marrazzo ha ricordato che con la delibera numero 37 del 17 luglio 2000, “l’intero consiglio comunale di Sant’Egidio, maggioranza e opposizione, votò contro l’allocazione del casello autostradale sul proprio territorio. Non fu un rimbambimento collettivo – ha sottolineato – ma una scelta meditata, basata su un progetto complessivo che prevedeva la realizzazione di un casello a Pagani, Tra via Perone e via Carlo Tramontano, a poco più di un chilometro di distanza. Un doppione, dunque, inutile e dannoso, con spreco di terreno agricolo e impatto ambientale”.

Il contesto e il cambio di scenario

Secondo l’ex sindaco, lo scenario cambiò solo dopo che il Comune di Pagani rinunciò al proprio casello, generando la necessità di rivedere il piano autostradale. “La progettazione esecutiva delle società concessionarie era già avanzata – ha chiarito Marrazzo – e non poteva essere stravolta. Così, nel 2013, cinque anni dopo la fine del mio mandato, fu inaugurato il casello con la sola uscita da Napoli. Questa è la verità storica e documentale, che va riconosciuta senza mistificazioni”.

Le figure politiche coinvolte

Marrazzo non ha mancato di citare alcuni protagonisti nella scelta di allora: “In consiglio comunale c’erano figure di spessore come Salvatore Grimaldi all’opposizione e, in maggioranza, l’allora assessore ai lavori pubblici Nunzio Carpentieri, oggi consigliere regionale. Nessuno, né in maggioranza né in opposizione, votò a favore dell’allocazione del casello. Era una scelta condivisa e coerente con le informazioni dell’epoca”.

Un appello alla verità

Con parole nette, l’ex sindaco Marrazzo ha chiesto rispetto per la ricostruzione storica: “I cittadini hanno diritto di conoscere la verità, senza distorsioni strumentali. Spesso la stampa, poco informata, ha riportato versioni parziali o imprecise. È giusto chiarire e ribadire che quella fu una decisione collegiale e motivata, non certo un errore di valutazione”.

Sant’Egidio del Monte Albino. Apre la Rampa, il giorno delle pastarelle!

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Luciano Verdoliva
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