Un progetto da 200 milioni per il territorio
A Castellammare di Stabia è stato dato il via ai lavori del nuovo “ospedale delle acque” nell’area delle ex Terme, sulla collina del Solaro. Un progetto dal valore di 200 milioni di euro, che il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha definito con orgoglio “un’opera simile al Monaldi per collocazione e funzionalità”. Non un annuncio elettorale, ma l’apertura di un cantiere destinato a cambiare il volto della sanità sul litorale stabiese.
Una risposta a decenni di carenze
La decisione di realizzare un presidio di nuova generazione arriva in un contesto di forte emergenza sanitaria. Oggi la popolazione del golfo di Castellammare e della penisola sorrentina è costretta a fare i conti con presidi ospedalieri fragili e sotto pressione. L’ospedale di Torre Annunziata – Boscoreale soffre carenze croniche di personale e strutturali, il presidio di Gragnano risulta insufficiente a rispondere ai bisogni di un’area vasta come quella dei Monti Lattari, mentre nella penisola sorrentina l’offerta sanitaria resta limitata e inadeguata, soprattutto nei periodi di maggiore afflusso turistico.
Prevenire il collasso del sistema locale
In questo quadro, il nuovo ospedale di Castellammare non è soltanto un’opera simbolica ma una necessità concreta. La collocazione strategica, a servizio dell’intera Asl Napoli 3, consentirà di alleggerire il carico sugli altri presidi e garantire un punto di riferimento stabile per emergenze e cure specialistiche. Lo stesso De Luca ha ricordato che “ci vorranno mesi solo per demolire le vecchie strutture e liberare l’area dalle tonnellate di rifiuti”, ma il traguardo è quello di consegnare un ospedale moderno, funzionale e dotato di servizi avanzati.
La sfida della rete sanitaria integrata
Il nuovo presidio, tuttavia, non potrà risolvere da solo tutte le criticità. Sarà necessario un sistema integrato che metta in rete gli ospedali di Torre Annunziata, Gragnano e Sorrento con il futuro polo stabiese, affinché l’intera area costiera possa contare su una sanità efficiente. L’opera rappresenta quindi un’occasione per ripensare l’organizzazione sanitaria del golfo, colmando i vuoti di un territorio densamente abitato e a forte vocazione turistica, che merita una risposta strutturale all’emergenza salute.













