Elezioni regionali, l’Agro e il Vesuviano tra attesa e prerogative Tra disincanto e ricerca di senso civico nell’Agro nocerino vesuviano
L’attesa che precede il voto
C’è un silenzio denso, quasi sospeso, che pervade i paesi dell’Agro nocerino sarnese e del Vesuviano in queste settimane di campagna elettorale. Le voci si rincorrono nei bar, nelle piazze, tra i social, ma non c’è nel la convinzione e nemmeno l’enfasi di un tempo. Si avverte piuttosto una compostezza inquieta, un avvicinamento al seggio che sembra più fatto di memoria e stanchezza, come se il rito del voto fosse ormai un gesto che porta con sé più interrogativi che future certezze.
L’eco della disillusione
Molti cittadini parlano con toni pacati, ma lo sguardo tradisce una sfiducia sedimentata. “Abbiamo visto passare troppi proclami”, mormora un anziano sulle panchine della Piazza Sant’Alfonso di Pagani, “ora vogliamo solo coerenza”. È un sentimento diffuso, che non si traduce in apatia ma in cautela. La politica locale, in molti casi, è percepita come un teatro che non riesce più a emozionare, incapace di restituire risposte concrete ai problemi quotidiani.
Le nuove costellazioni civiche
Si è alla ricerca dei contenuti e delle competenze. Anche questa tornata sembra dare ancora risposte elusive sulle vere e forti questioni di questi territori. In previsione liste si sarebbero dovute costruire intorno a gruppi di giovani professionisti, attivisti, docenti e operatori sociali. Realtà che non pretendono di “fare politica” nel senso classico, ma di restituirle un volto umano. Ma sembra che la ragione anche questa volta abbia ceduto alla tentazione dei numeri e dello sovraesposizione mediatica. Da Nocera Inferiore, Angri, Scafati e Sarno comunque si moltiplicano i comitati elettorali quasi sempre delle vere e proprie “furiere” politiche.
La frontiera dell’astensione
Sullo sfondo di uno scenario bombardato da foto, selfie e bagni di folla, resta però un confine sottile, quello dell’astensionismo, che rischia di travolgere ogni tentativo di cambiamento. Troppi cittadini restano ai margini del confronto, convinti che il voto sia un atto simbolico privo di incidenza reale. È una forma di resistenza passiva, un modo per dire “non credo più”, che mette a nudo la crisi di rappresentanza più profonda del territorio.
Tra memoria e rinascita
Le elezioni regionali in questi territori: nell’agro nocerino e nel Vesuviano, più che una contesa di numeri, appaiono come un esercizio collettivo di coscienza. In un’area che alterna fragilità e ingegno, il voto è lo specchio di una vastissima collettività che si interroga sul proprio destino, cercando nel gesto frequente della scheda elettorale un barlume di futuro possibile, o almeno di dignità ritrovata.
Messa in sicurezza a Gaiano, intervento del Consorzio di Bonifica (video)













