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Angri verso il voto. Tra passerelle, comitati e tabelle Excel

Tra passerelle, comitati e tabelle Excel, la città perde il senso del fare politico e il contatto con la propria identità collettiva.

Riflessioni amare sulla politica locale e sul grande imbroglio civico. Angri e la politica del vuoto nell’agro nocerino sarnese.

Il vuoto politico di Angri e dell’Agro nocerino sarnese

In undici anni, Angri non si è estesa: si è ristretta. Le periferie restano abbandonate coltivate dalla monnezza, i centri di aggregazione sono semplicemente invecchiati, le piazze hanno perso la loro vocazione naturale di spazio di incontro. Dove si parlava di sviluppo urbano e culturale, oggi restano spazi vuoti e promesse “della prossima volta”. A mantenere vivo il tessuto sociale sono rimasti pochi: le associazioni, la Pro Loco e qualche cittadino testardo che resiste all’immobilismo. Intorno, il silenzio. La città vive un tempo sospeso, mentre la politica locale — e non solo — si è ridotta a rituale elettorale, tra inaugurazioni di comitati, “caffettucci” collettivi, carezze preimpostate, applausi misurati e passerelle senza contenuto.

La politica dei numeri e delle tabelle

Dentro i comitati, si lavora su tabelle Excel: nomi, numeri, statistiche, preferenze. Ma manca sempre una voce: la motivazione. Perché votare il candidato autoctono? Nessuno lo spiega, e forse nessuno lo sa. È l’immagine perfetta di una politica che ha perso il senso del perché. Si calcolano voti, non visioni o progetti. E così Angri, come molti altri comuni dell’Agro, finisce per affidarsi a una classe politica che confonde la gestione con la rappresentanza, l’aritmetica con la leadership. Chi si candida spesso non ha idea dei processi che muovono una macchina amministrativa regionale, eppure parla come se fosse un tecnico del cambiamento.

Il gattopardismo angrese

Come nel Il Gattopardo, “tutto cambia perché nulla cambi”. È la formula che meglio si addice al contesto politico angrese, ferma nella sua apparente vitalità. Domani si sostituiranno alcuni nomi, ma non il linguaggio; si promette il nuovo, ma si ripete quello trascorso. Eppure, sotto la cenere resta una fame — non di potere, ma di civismo, di partecipazione reale, di responsabilità collettiva. Angri è una città che chiede di essere ascoltata, che vuole ritrovare un senso di direzione e di comunità. Ma finché la politica continuerà a contare voti invece di costruire futuro, resteremo tutti spettatori di una rappresentazione che si ripete, ogni volta un po’ più vuota e scadente.

Messa in sicurezza a Gaiano, intervento del Consorzio di Bonifica (video)

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Luciano Verdoliva
Luciano Verdoliva
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