Piogge, disagi e scarsa affluenza segnano un weekend già appesantito dalla ricorrenza del sisma del 1980 e dal fragile equilibrio territoriale.
Memoria del sisma e allerta meteo
Uno strano weekend per la Campania, sospeso tra memoria e inquietudine. Alla celebrazione dei 45 anni del sisma che devastò Irpinia, gran parte del Napoletano, del Salernitano e Basilicata, si somma una scarsa affluenza alle urne e una nuova allerta meteo. Da domani la pioggia tornerà con insistenza, presumibilmente dalle nove fino alla stessa ora di martedì 25 novembre. Precipitazioni e venti forti metteranno nuovamente sotto pressione un territorio già fragile dal punto di vista idrogeologico. Disagi attesi anche per chi viaggia da e per le isole, con mare molto agitato e possibili mareggiate lungo le coste esposte.
I rischi sul territorio e le criticità idrogeologiche
L’allerta meteo porta con sé gli stessi rischi ricorrenti: possibili allagamenti di locali interrati e piani terra, innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua, inondazioni delle aree limitrofe, scorrimento abbondante di acque sulle sedi stradali, rigurgiti dei sistemi di smaltimento e fenomeni franosi legati alla saturazione dei suoli. I disagi potrebbero protrarsi fino alle 15:00, influenzando ulteriormente l’affluenza elettorale. In molti comuni la stanchezza verso la politica si intreccia con le difficoltà pratiche causate dal maltempo, rendendo le ultime ore di voto più complicate del previsto.
Ricorrenza simbolica e ciclo politico che si chiude
Si registrano poche celebrazioni nei comuni colpiti dal terremoto del 1980: pochi cortei, poche corone deposte sui monumenti che ricordano quella “Malanotte” che ritorna puntuale come monito e memoria. Una ricorrenza ancor più simbolica nell’anno del rinnovo dell’amministrazione regionale, dopo undici anni di presidenza Vincenzo De Luca, mentre restano irrisolti dissesto idrogeologico e vulnerabilità del territorio. Nell’Agro nocerino sarnese, dove negli ultimi mesi si sono avvertite nuove scosse, permane una inquietante incertezza diffusa. Sarà, come qualcuno suggerisce, un fatto geologico? O solo una deriva più ampia, fisica e politica, che attraversa la regione?
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