Un contenzioso lungo anni
La disputa tra il Comune di Nocera Inferiore e il Consorzio COIFIM, che riunisce gli imprenditori dell’area industriale di Fosso Imperatore, nasce dalla richiesta comunale di un maxi – pagamento per presunti lavori di manutenzione del verde pubblico. L’ente sosteneva che il Consorzio fosse tenuto a pagare oltre 140 mila euro per interventi effettuati negli anni passati.
Il COIFIM si è opposto fin dall’inizio, spiegando che non esisteva un contratto specifico e che, comunque, il Comune non aveva prodotto prove concrete dell’esecuzione dei lavori.
Le ragioni del COIFIM
Il Consorzio ha contestato la pretesa comunale, sostenendo che i protocolli firmati in passato non bastavano a giustificare una somma così alta senza documenti a supporto. «Non si può chiedere un pagamento solo facendo calcoli su carte vecchie — è stato l’argomento degli avvocati — servono documenti che dimostrino spese reali e interventi effettuati».
Inoltre, il COIFIM aveva chiesto a sua volta un rimborso di circa 31 mila euro per lavori straordinari sugli impianti idrici e fognari dell’area.
La difesa del Comune
Il Comune, dal canto suo, ha insistito sul fatto che gli oneri di manutenzione del verde spettassero per convenzione al Consorzio, e che la somma richiesta derivasse dalle previsioni di spesa contenute nei protocolli d’intesa firmati negli anni Duemila.
La decisione del Tribunale
La sentenza ha dato ragione al Consorzio. Il dispositivo spiega che il Comune avrebbe dovuto fornire prove precise dell’effettiva esecuzione dei lavori e dei relativi costi, mentre si è limitato a presentare calcoli teorici basati su vecchi accordi. «Una mera operazione aritmetica — si legge — priva di documentazione idonea a provare il credito».
Anche la richiesta di rimborso del COIFIM è stata respinta: secondo il Tribunale, infatti, la manutenzione degli impianti idrici e fognari non rientrava tra le spese a carico del Comune previste dagli accordi.
Un pareggio sul piano economico
Il risultato finale è che nessuna delle due parti dovrà pagare all’altra. La giudice ha compensato le spese legali, tenendo conto della complessità della vicenda e del carattere tecnico della controversia.













